Quando l’integrazione dei cittadini stranieri passa (anche) attraverso il ricorso alle nuove tecnologie. Merito della regione Umbria e dell’università degli studi di Perugia, che hanno messo a punto un programma informatico per abbattere le barriere di accesso ai servizi sanitari. Nello specifico la regione ha lanciato il portale “Hfm – Health for migrants” e una app di telefonia mobile per Android – accessibile attraverso lo stesso sito e sviluppata con un’interfaccia grafica “user friendly” – sviluppati dall’università di Perugia.
Le due applicazioni contengono una serie di informazioni utili ai cittadini stranieri che vivono in Umbria: dalla traduzione dei principali servizi offerti da Asl e ospedali ai loro diritti e doveri in tema di assistenza sanitaria alle mappe geografiche interattive (che in maniera immediata, semplice e precisa indicano dove recarsi). Da questa esperienza è nata una start-up – lo spin off accademico dell’università del capoluogo umbro “Ship-ideas in motion” – che ha l’intento di ampliare la metodologia messa a punto anche ad altri ambiti dei servizi pubblici e fasce di utenza interessate, congiuntamente ad altre regioni. Il Cor.Com ha incontrato Margherita Giannoni e Arnaldo Pierleoni dell’università di Perugia e Ombretta Checconi e Paola Casucci della regione Umbria per saperne di più. “Questo progetto nasce dall’esigenza di rendere maggiormente fruibili e accessibili i servizi sanitari ai cittadini stranieri ed evitare che li utilizzino in modo inappropriato, con successivi oneri maggiorati in termini di salute e di spesa pubblica”, spiegano.
Dettagliando, il sistema Hfm si compone di una piattaforma web nativa per dispositivi portatili – con un rimando a fonti ufficiali esistenti, laddove possibile, al termine di un iter guidato – e di una applicazione con finalità complementari concepita come strumento di consultazione quanto più essenziale possibile. Tradotti in inglese, francese, spagnolo, rumeno, cinese, arabo, portale e app forniscono quindi le prime indicazioni utili ad accedere all’assistenza sanitaria pubblica nella regione; le informazioni sono fornite gratuitamente e non è richiesto alcun dato personale.
Riprendono i quattro: “In questo modo i cittadini stranieri saranno più informati sui loro diritti e doveri – sapranno, ad esempio, che è un loro diritto far vaccinare i bambini per tutelare meglio sia la propria salute sia quella della comunità che li accoglie – e perderanno meno tempo anche grazie al continuo rinvio a mappe geografiche interattive”. Quindi si soffermano sulla situazione attuale: “L’università di Perugia ha effettuato alcuni test su un primo campione di utenti stranieri, ottenendo da loro un feedback positivo. Cosa ci hanno detto, precisamente, queste persone? Che avrebbero voluto poter disporre prima di un’applicazione del genere”.