PUNTI DI VISTA

La manifattura digitale è un volano per l’economia, ma mancano le e-skill

L’innovazione tecnologica favorisce la crescita della produttività e della capacità competitiva delle Pmi. Ma per eccellere in digital fabrication, additive manufactoring e fast prototyping servono competenze digitali che oggi sono carenti

Pubblicato il 17 Gen 2015

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L’innovazione delle tecnologie digitali sta modificando profondamente l’organizzazione, i modelli di business e di gestione della produzione manifatturiera: favorendo la crescita dell’innovazione, della produttività e della capacità competitiva delle piccole e medie imprese e dell’artigianato italiano. Sta iniziando un percorso che intreccia sempre più strettamente i bit e gli atomi. Le tecnologie di digital fabrication, additive manufacturing, fast prototyping cambiano profondamente il volto della “fabbrica” come si è tradizionalmente intesa; nuovi soggetti quali i fab lab o i centri servizi entrano nell’ecosistema della produzione. Questo cambiamento per costruire la “fabbrica digitale” è una sfida di rilevanza fondamentale per le imprese manifatturiere dell’Italia, secondo paese manifatturiero d’Europa dopo la Germania, ma primo in numerosi comparti anche a livello mondiale e grande esportatore di prodotti di qualità.

Questa sfida trova davanti a sé alcuni ostacoli. Ci sono ostacoli legati al sistema economico, per cui le Pmi hanno in media una bassa capitalizzazione, si muovono in un contesto di crisi che non aiuta ad abbracciare l’innovazione; ciò che però, in realtà, frena maggiormente l’innovazione è la carenza di risorse umane qualificate, in particolare di figure dotate di competenze digitali professionali in grado di affrontare il complesso mix di progettazione, programmazione, gestione dei materiali, dei nuovi processi produttivi e di supply chain. Allo stesso tempo, manca in troppe imprese una capacità di e-leadership, che consenta di comprendere e guidare verso il futuro il settore. Tutti i rappresentanti del mondo associativo, delle istituzioni formative tradizionali e delle nuove realtà che “coltivano” la nascita di imprese innovative e di nuovi modelli capaci di rinnovare settori tradizionali hanno trovato accordo in questo senso: è evidente la necessità disinvestire per preparare competenze adeguate da inserire prontamente nel sistema manifatturiero italiano.

Aica è da sempre impegnata sul fronte delle competenze professionali digitali, nel quadro delle certificazioni europee oggi basate su un frame work unico, l’e-CF, divenuto riferimento standard a livello europeo delle competenze informatiche. Aica svilupperà un Osservatorio sulle competenze per il Sistema di Produzione Digitale (Digital Fabrication) assieme ad imprese, artigiani, associazioni, istituzioni formative; sulla base di quanto emergerà, sarà promosso lo sviluppo di profili di competenze specifiche nell’additive manufacturing, con riferimento sia alle funzioni tecniche, sia alle capacità di e-leadership che le funzioni manageriali e imprenditive devono sviluppare per accelerare la trasformazione digitale, come evidenziato anche dall’Agid.

Aica potrà quindi promuovere a livello delle istituzioni europee di cui fa parte (il Cepis) e presso la Commissione Europea la definizione formale di profili di competenze e relative certificazioni per le imprese manifatturiere. Agendo inoltre sulla fascia più giovane della popolazione promuoverà lo sviluppo di reti di scambio delle tante, ma frammentarie, esperienze di processi formativi che applicano la robotica intelligente, la stampa 3D, le tecnologie della fabbrica digitale in istituti tecnici, scuole medie superiori e in ambito universitario.

Dalla convergenza di tali azioni potrà svilupparsi pienamente il potenziale di contributo di un settore così importante e forte, nonostante le difficoltà, al rilancio complessivo del nostro sistema Paese.

*presidente Aica

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