Nascono le Pmi innovative. Secondo quanto previsto dall’Investment compact a cui sta lavorando il governo – scrive Il Sole 24 Ore – queste imprese entreranno a far parte di un registro speciale e potranno beneficiare di questi tutte le semplificazioni e agevolazioni fiscali – dai 5 ai 7 anni – di cui godono le startup.
Novità anche sul fronte startup: il provvedimento estende la nozione di startup innovativa includendo anche quelle residente in uno stato Ue e quelle costituite da cinque anni (finora il limite è di quattro anni).
Le Pmi innovative dovranno avere i bilanci certificati e possedere almeno uno di questi tre requisiti: spese in R&S pari ad almeno il 5% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione; impiego di almeno 1/5 della forza lavoro di personale altamente qualificato; essere titolari di almeno un brevetto o un marchio. Le imprese che possiedono questi requisiti potranno presentare un’autocertificazione al Registro Imprese e avranno la possibilità di ricorrere al crowdfunding.
Nel pacchetto sono previste anche norme “acchiappa-talenti” e il potenziamento degli sconti fiscali per i brevetti e marchi del made in Italy o di multinazionali che potrebbero investire in Italia.
E’ previsto, inoltre, anche il rifinanziamento con 50 milioni di euro dell’agevolazione fiscale per i contratti di rete d’impresa, scaduta nel 2012, e che prevede una sospensione di imposta sugli utili che le imprese, partecipanti a un contratto di rete, destinavano alla realizzazione delle attività oggetto del programma comune.
Ora non resta che vedere quale strumento normativo veicolerà il nuovo progetto: l’Investment compact potrebbe entrare nell’ambito di un pacchetto ad hoc oppure confluire con un emendamento all’interno del decreto Ilva.
Ma, al di là della scelta finale e dei tempi per la sua ratifica, il progetto sembra ormai ben delineato e la via dell’Investment compact, al momento, anche quella più accreditata.