Per Telecom Argentina si muove da Rio de Janeiro Nelson Tanure,
l’imprenditore che ha appena venduto la brasiliana Intelig a Tim
Brasile e che nei giorni scorsi ha incontrato l’amministratore
delegato di Telecom Italia Franco Bernabè e il direttore
finanziario Andrea Mangoni, come riporta MF. Tenure, secondo il
quotidiano finanziario, ha sondato il terreno in vista di una
possibile offerta: sarebbe pronto a mettere sul tavolo 680 milioni
di dollari per la quota che TI detiene in Sofora, la holding di
controllo di Telecom Argentina.
La proposta del magnate brasiliano sarebbe la più alta presentata
finora per le attività tlc di Buenos Aires, sulle quali infuria da
mesi una controversia legale tra Telecom Italia da una parte, e
governo e Antitrust argentini dall’altra. “Chi lo conosce bene
assicura che la mossa di Tanure si potrebbe inserire in uno
scenario futuro”, scrive MF, “all’interno del quale si
ipotizza l’uscita di Telefonica dall’azionariato di Telecom
Italia e si potrebbe anche valutare una fusione tra Telecom
Argentina e Tim Brasile”.
Al momento si tratta solo di un’ipotesi, che però testimonia la
crescente attenzione verso le tlc in Sud America, continua MF: i
colossi delle telecomunicazioni europei sanno bene che il Vecchio
continente è un mercato maturo e non a caso durante i recenti
incontri londinesi i vertici di Telefonica hanno confermato
l’interesse per il business in Brasile, anche se queste mire si
scontrano con le posizioni battagliere di Portugal Telecom, socio
di Vivo in coabitazione proprio con Telefonica. Secondo il Diario
Economico, i portoghesi avrebbero pronta un’offerta tra 3,5 e 4,5
miliardi di euro per rilevare la quota degli spagnoli in Vivo.
Proprio i rapporti complessi tra Portugal Telecom e Telefonica
rendono più attuale l’ipotesi di un’offerta del gruppo iberico
per Tim Brasile, asset controllato da Telecom Italia. Un’ipotesi
“probabile”, per MF: “Già nel corso del 2009 si sono tenute
diverse riunioni informali in cui i vertici delle società italiana
e spagnola hanno testato la possibilità di un accordo”. Tuttavia
Telecom Italia sa bene che privarsi della controllata di Rio de
Janeiro vorrebbe dire rinunciare a parte della crescita futura: si
tratta di una svolta industriale che andrebbe accompagnata da un
piano di sviluppo alternativo.