PUNTI DI VISTA

PA digitale, Comuni sempre più strategici

Se non si interviene responsabilizzando i Comuni sulle proprie performance in termini di servizi e accessibilità online il divario diverrà la mina di ogni progetto nazionale: si chiami esso Anpr, Spid o Italia login

Pubblicato il 26 Gen 2015

Mario Dal Co

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Identità digitale e anagrafe

L’attività dei Comuni sarà sempre più importante nel processo di razionalizzazione dell’accesso alla pubblica amministrazione da parte dei cittadini. Dopo il fallimento della Pec e dell’Ina Saia, il Governo sta puntando a sviluppare il sistema dell’identità digitale, Spid, e l’Anagrafe (Anpr), ma sta cercando di collocare queste infrastrutture in un sistema di accesso semplice, e magari veicolato da app, con Italia Log In. La nostra preoccupazione è che si creda che uno spostamento al centro dei progetti sia sufficiente a far funzionare il sistema: non è così.

La coerenza del sistema risiede nella capacità di Agid di coordinare questi fronti, ossia: Sogei (Anpr) Comuni (Anagrafe e Spid), nonché i diversi soggetti che insistono sullo Spid e che devono caricare i dati personali (gli attributi). Ma soprattutto risiede nel coinvolgimento dei Comuni e nel potenziamento della loro capacità professionali e tecnologiche: un tema di mezzi finanziari e un tema di organizzazione, in un contesto di accountability crescente verso i cittadini e le loro esigenze e risorse.

La partita, come sempre, si gioca sulla capacità di interazione dei soggetti e cioè delle amministrazioni, e sul committment che essi hanno, e sulle sanzioni, rapide ed efficaci, se non fanno ciò che devono fare per riempire di contenuti certificati la posizione.

Faccio un esempio: oggi i titoli di studio superiore (lauree etc) dovrebbero essere dati in formato europeo con il diploma supplement, ossia con un attestato più completo del diploma di laurea. L’attestato dovrebbe essere sintetico, ma sufficientemente analitico da far capire che cosa uno ha veramente studiato, se per caso decide di andare a lavorare in un altro paese dell’unione.

Per dire, i laureati in fisica italiani lasciano il paese nella misura del 25% e quindi un curriculum intelligibile è importante. Ma non si riesce a farlo perché le Università non hanno capito che solo dall’incontro tra studente e docente emerge il vero programma di studio di ciascun esame, in una logica web2.0 ovvero collaborativa, nella quale l’informazione sorge dall’incontro tra soggetto e istituzione. Analogamente dovrebbe essere per il fascicolo sanitario, ma il permanere dell’idea che i dati siano di proprietà delle singole istituzioni e che non siano invece del cittadino è dura a morire: non ci sarà Grande fratello, si chiami pure Sogei, che riuscirà a far funzionare l’anagrafe, se i Comuni non la fanno funzionare per i cittadini. Cosa che adesso fanno ma, come insegna il fallimento di Ina Saia (merito dell’inefficace regia del Ministero dell’Interno), i loro dati non sono fruibili dalle altre amministrazioni in tempo reale, con ricadute negative sui costi della previdenza, della sanità e con rallentamenti significativi della macchina burocratica.

Piccoli Comuni, capacità di spesa, imprese ed efficienza

La capacità quantitativa di spendere dei comuni si è ridotta, negli anni successivi al 2008, di circa l’1,5% in termini nominali, quindi assai di più in termini reali (circa il 12%). Bisogna quindi razionalizzare la spesa e la macchina organizzativa: d’altra parte gli enti previdenziali lo hanno fatto in questi anni, con un aumento della produttività determinata da maggiore produzione e minore input di lavoro. E’ vero che l’attività dei Comuni è meno “digitalizzabile” di quella dell’Inps, ma di più si può e si deve fare. E’ importante, quindi, sviluppare le capacità di servizio della aziende che operano nell’informatizzazione dei Comuni, dedicando adeguate risorse e capacità allo sviluppo dei servizi digitali e della sicurezza. Lo sviluppo dei servizi digitali che trascuri la sicurezza rischia di rendere più vulnerabili le amministrazioni e quindi più scadenti e discontinui e lenti i servizi che esse erogano.

Ma vediamo qual è la situazione della spesa dei comuni, con particolare attenzione alle diversità che si verificano nelle regioni, dove non solo la ricchezza è diversa, ma dove la dimensione media dei comuni è molto diversa e questo naturalmente incide sulle economie di scala e sull’efficienza.

Dimensione dei Comuni e spesa per abitante

Abbiamo elaborato i dati Siope della Ragioneria Generale, per tutti i Comuni, raggruppati per Regioni. Nella tabella che segue abbiamo posto a confronto il dato dimensionale dei Comuni di ciascuna Regione, con la loro capacità di spesa per abitante. Per rendere più facilmente leggibili gli scostamenti, sia delle spese pro-capite, sia della dimensione (n. medio di abitanti dei Comuni per Regione) li abbiamo normalizzati rispetto alla media posta uguale al 100%. Le Regioni sono poste in ordine crescente di dimensione media dei Comuni: in termini assoluti, la Valle d’Aosta ha i comuni più piccoli (1.700 abitanti in media), mentre la Puglia ha la dimensione media maggiore (15.854) con una escursione di poco inferiore a 1-10: la linea è quella rossa crescente. La spesa pro-capite, ossia per abitante, è quella blu: oscilla molto di meno della dimensione dei Comuni: da 1 a 2,3, seguita dalla spesa pro-capite per il personale: linea gialla. Ciò accade non perché il personale assorba la gran parte della spesa: è circa il 20% del totale, ma perché l’andamento della dimensione del personale segue, grosso modo, quello della spesa, senza discostarsene troppo. La voce che più presenta variazioni è, invece, quella della spesa in conto capitale, dove troviamo una parte di spesa per l’informatica, le reti etc: la linea verde. Questa voce oscilla, in valori assoluti, da 1 a 8,5. In valore assoluto il più alto è il Trentino-Alto Adige a quota 723 euro per abitante, mentre la Sicilia viene ultima a quota 85.

Se non si interviene responsabilizzando i Comuni sulle proprie performance in termini di servizi e loro accessibilità on line, questo divario diverrà la mina di ogni progetto nazionale: si chiami esso Anpr, Spid, Italia log in.

Questa nota vuole esser solo un invito ad approfondire la riflessione su questi dati e sulla realtà organizzativa dei Comuni.

E’ anche un invito a seguire l’importante incontro che si terrà a Bologna il 28 gennaio corrente: Non solo Aree metropolitane: La cooperazione intercomunale dei medi e piccoli Comuni per l’innovazione e lo sviluppo. Convegno di lancio dell’Osservatorio “La posta del Sindaco”, Bologna, 28 gennaio 2015 ore 10.00nAuditorium Enzo Biagi – Sala Borsa – Piazza Nettuno 3 (http://saperi.forumpa.it/story/99762/non-solo-aree-metropolitane-la-cooperazione-intercomunale-dei-medi-e-piccoli-comuni?utm_source=newsletter&utm_medium=FORUMPANET&utm_campaign=MAILUP)

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