LA RICERCA

Aie: il mercato del libro cambia faccia, è ora di rivoluzione digitale

Secondo i dati dell’Ufficio studi, tra 2010 e 2014, si sono persi 2,6 milioni di lettori, ma l’Italia continua a investire in contenuti digitali, e-reader e collaterali. E-book a +40%. Peresson: “I dati ci raccontano una storia: la trasformazione”

Pubblicato il 26 Gen 2015

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Il mercato dei libri cambia faccia e corre verso il digitale. La fotografia è scattata dall’indagine dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie), secondo cui il 2014 si conferma un anno di grande trasformazione per il settore del libro: diversi indicatori risultano negativi ma, sommati, dimostrano complessivamente come l’andamento della spesa degli italiani in libri, ebook, e-reader e collaterali, in altre parole in ciò che serve a leggere, registri un +0,1% complessivo.

Quanto hanno speso dunque gli italiani nel 2014 per leggere? Quasi 1,5 miliardi di euro (per la precisione 1,452 miliardi): 51,7 milioni di euro è la stima del mercato 2014 degli ebook venduti, 1,2 miliardi il mercato dei libri di carta secondo Nielsen nei canali trade (librerie, librerie online, grande distribuzione), 111 milioni di euro quanto pagato dagli italiani per gli e-reader (stima provvisoria su dati Assinform, non considerati i tablet), 54,3 milioni di euro la spesa per i collaterali.

La somma dei fattori si traduce in un dato sorprendente e soprattutto in una sfida implicita: “La sfida – sottolinea Giovanni
Peresson,
responsabile Ufficio studi Aie – di fare in modo nuovo il mestiere del libraio o dell’ editore, innovando tutti quegli elementi che ci obbligano a guardare in modo diverso i comportamenti del lettore e cliente. Alcuni dati, presi singolarmente, possono risultare negativi ma aggregati all’ interno del ‘sistema lettura’ ci possono raccontare una storia diversa. La storia di una trasformazione”.

Secondo i dati Istat si passa dal 43% di italiani con più di 6 anni che leggono almeno un libro all’ anno del 2013 al 41,4% del 2014. I forti lettori restano sostanzialmente stabili (-0,02%), crollano i lettori occasionali. Se si vuole fotografare la lettura nel lungo periodo, tra 2010 e 2014 si sono persi qualcosa come 2,6milioni di lettori (il 10%). Parallelamente però cresce nel 2014, secondo l’Istat, del 32,2% la lettura di ebook: quasi 7milioni di italiani, il 13,1% della popolazione, hanno letto un ebook nell’ anno passato.

Comprensibile quindi che diminuisca la produzione di libri di carta, e cresca quella degli e-book: nel 2014 gli editori hanno prodotto 63.417 titoli, il 5,1% in meno rispetto al 2012 e con un prezzo di copertina alla produzione in media di 18,14 euro (il -7,2% rispetto al 2012). Parallelamente cresce la produzione di e-book: nel 2014, si stimano 53.739 titoli in digitale (esclusi i gratuiti) nei vari formati (epub, pdf, mobipoket), l’88,4% in più rispetto al 2012 e con un prezzo di copertina alla produzione in media di 6,96 euro (-22,8% sul 2012).

Cala il mercato del libro di carta nel 2014 rispetto all’anno precedente, ma la discesa è in frenata, e cresce del 40% il mercato e-book. Il 2014 si chiude per i libri di carta con il segno meno nei canali trade, secondo i dati Nielsen: -3,8% il giro d’ affari, -6,5% le copie vendute, in ripresa rispetto ai primi mesi dell’ anno e anche rispetto agli anni precedenti.

Il libro di carta si compra prima di tutto nelle librerie di catena (pesano per il 40,6%, anche se in leggero calo rispetto al 2013), un po’ meno nelle librerie indipendenti (al 30,7%), sempre più nelle librerie online, che oggi pesano il 13,8% (+ 8% rispetto al 2013). Diminuisce invece in modo significativo la grande distribuzione. Parallelamente il mercato degli e-book si stima al 4,4% del mercato del libro, con un fatturato di 51,7milioni di euro (+39,4% sul 2013).

“Questo quadro – conclude Peresson – ci dice che siamo entrati in una nuova fase: di lettura, di acquisto, anche di produzione. I paradigmi stanno cambiando. Non è in crisi il libro. Siamo di fronte a un radicale cambiamento nel mix, in cui innovazione è la parola chiave per tenere conto di una società più liquida e fluida”.

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