Il lavorio degli sherpa di Riga sta pagando. I governi europei sono sempre più vicini a un accordo sulle nuove regole comunitarie in materia di roaming e net neutrality contenute nel pacchetto Kroes sul Mercato unico delle tlc. Giovedì la Presidenza lettone dell’Ue ha indicato che i negoziati tecnici potrebbero concludersi entro fine febbraio. “Gli stati membri hanno espresso un generale sostegno alla nostra proposta”, si legge in una breve nota. Sul risultato diplomatico ha anche inciso il pressing di Günther Oettinger.
Il commissario Ue per l’Economia digitale mercoledì ha visto a cena ministri delle tlc incassando l’impegno unanime ad accelerare. “Successo!”, ha twittato a fine incontro. Se la tabella di marcia fosse rispettata, le complicate trattative tra Stati membri e Parlamento europeo dovrebbero partire già a cavallo dell’inizio della primavera e il pacchetto adottato entro l’estate.
Le manovre della diplomazia lettone si sono rivelate decisive in particolare sulla soppressione del roaming, il fascicolo sul quale restavano le spaccature più vistose tra i 28. Domani Riga diramerà una proposta di compromesso i cui elementi generali sono stati già discussi dai tecnici nazionali il 13 gennaio scorso registrando ampia convergenza.
Il testo tende una mano agli stati dell’Europa del nord, sin qui i più recalcitranti, nonché ai dubbi tecnici espressi in dicembre dai regolatori, avanzando una soluzione in due tempi. L’entrata in vigore del “roam like home” scatterebbe con effetto immediato, ma solo entro limiti di traffico stabiliti su base nazionale dalle stesse authority per le tlc, limiti oltre i quali torneranno ad applicarsi le tariffe “extra”, e nella misura in cui i prezzi all’ingrosso sostenuti dagli operatori restino su livelli sostenibili.
Il che significa che in molti casi gli utenti continuerebbero a pagare la sovrattassa sull’uso del telefonino all’estero. Per la soppressione integrale è confermato invece il rinvio al 2018, termine sul quale nonostante i malumori da parte greca, cipriota e italiana gli stati membri sono ormai orientati a dare il via libera.
Lo slittamento di 24-36 mesi rispetto alla data indicata dal Parlamento europeo, cioè il 15 dicembre 2015, darebbe alla Commissione europea il tempo di legiferare sulle tariffe wholesale, che il pacchetto sul Mercato unico delle tlc non ha toccato generando il curioso paradosso per il quale con l’introduzione del “roam like home” risulterebbero in molte circostanze più elevate rispetto ai prezzi al dettaglio. “Ma niente allarmismi! La stima temporale del Consiglio è stata come d’abitudine calcolata per eccesso”, assicura una fonte diplomatica. “Si tratta di un film già visto in occasione dei negoziati sui precedenti regolamenti “roaming”. Alla fine Consiglio e Parlamento europeo si accorderanno per una data intermedia, in tutta probabilità per la fine del 2016”.
Anche sul fronte net neutrality l’intesa tra i 28 è ormai alle viste. Il testo elaborato da Riga sul calco della proposta presentata a novembre dalla Presidenza italiana sancisce esplicitamente l’obbligo per gli operatori di dare “uguale trattamento a tutto il traffico”. Ma apre anche le porte al “traffic management” e ad “accordi tra operatori e utenti o content provider” sulla fornitura di servizi a migliore qualità, purché sia rispettato il vincolo a non discriminare o degradare il traffico. Spetterà ai regolatori nazionali definire in dettaglio in che modo questi principi saranno applicati. Motivo per cui tra gli operatori serpeggiano sentimenti contrastanti. Sollievo, da un lato. Ma anche molte perplessità sulle modalità d’implementazione, dall’altro.
Infine, da notare che la Lettonia ha riposto a titolo definitivo nel cassetto le norme del pacchetto Kroes in materia di frequenze, rinviandone la discussione alla prossima revisione del framework europeo sulle tlc, prevista per il 2016. Le misure proposte avrebbero tra gli altri posto in capo alla Commissione europea maggiori poteri di coordinamento sulle tempistiche e le modalità delle aste nazionali, una soluzione che fin dall’inizio dei negoziati è apparsa molto impopolare tra gli stati membri.