Una newco ad hoc per la banda ultralarga. Una società da creare ex novo e che non farà dunque più leva sul “veicolo” Metroweb. Questa, secondo quanto risulta a Mf-Dowjones, la soluzione individuata per uscire dall’impasse che si protrae ormai da mesi. In dettaglio si starebbe optando per una vera e propria società della banda larga in cui entreranno a far parte gli attuali soci di Metroweb – e quindi F2i, Fsi e Fastweb – ed un “soggetto” che il Fondo infrastrutturale (Cdp) sceglierà per portare avanti il progetto industriale che punta alla realizzazione del network ultrabroadband nazionale.
Resta in piedi l’ipotesi di un aumento di capitale, circolata nei giorni scorsi, da effettuarsi però direttamente nella nuova società. Il cambio di programma sarebbe dovuto alla decisione, da parte di F2i, di non cedere più la quota di maggioranza detenuta in Metroweb, il 53,8%. Decisione che sarebbe stata scalzata da un progetto di ulteriore valorizzazione della quota attraverso la discesa in campo di un socio forte, ma in quota di minoranza, in grado di garantire tutti gli azionisti.
Il Fondo infrastrutturale sarebbe intanto ancora in attesa di ricevere i piani di investimento da parte di Telecom Italia e Vodafone – con le quali è in corso un “carteggio confidenziale”, fanno sapere le fonti – per verificare se una delle due aziende ha le carte per entrare nella partita. E una volta individuato il nuovo “partner”, questo entrerebbe nella newco a cui lo stesso board di F2i sta lavorando, a patto di riuscire a sciogliere il nodo governance su cui si gioca il destino stesso del progetto.
Al “piano” lavora alacremente il governo e il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli ha dichiarato che l’esecutivo si esprimerà sul “caso” Metroweb una volta che saranno comunicate ufficialmente le proposte. Giacomelli ha inoltre annunciato che “nuove riunioni del gruppo di lavoro che si sta occupando della società della banda larga si terranno una volta eletto il nuovo capo dello Stato”. Anche in seno al governo bisognerà però mettere d’accordo tutte le parti: se da un lato Raffaele Tiscar propende per un network “comune” in cui tutte le telco possano avere accesso all’infrastruttura a pari condizioni, proposta caldeggiata anche da Wind, l’altra telco interessata a far parte della newco, dall’altro il duo Gutgeld-Guerra sarebbe a favore di un ruolo di primo piano per Telecom Italia. L’azienda capitanata da Marco Patuano ha più volte ribadito di non essere interessata al “condominio” con gli altri operatori e di voler entrare in campo a patto di ottenere la quota di maggioranza della newco, il 51%.