Il trend tecnologico dell’immediato futuro sarà la “We Economy”: aziende che fanno sistema e non operano più come singole entità ma ampliano i confini tradizionali del proprio business entrando in contatto con altre realtà e dando così vita a nuovi ecosistemi digitali. “Anziché pensare esclusivamente a migliorare internamente il proprio modo di operare, le imprese di successo guardano all’esterno per creare ecosistemi digitali e diventarne parte” ha detto Paul Daugherty, Chief Technology Officer di Accenture. “Stanno cominciando a comprendere l’importanza di vendere non solo prodotti e servizi, ma risultati, il che comporta la necessità d’incorporare le loro attività nel più ampio tessuto digitale che si estende a clienti, collaboratori, dipendenti e industrie”.
È quanto emerge dal rapporto Accenture Technology Vision 2015 che analizza le tendenze tecnologiche destinate ad affermarsi nei prossimi 3/5 anni. L’azienda globale di consulenza strategica e tecnologica individua appunto come centrale il cambiamento in atto verso la “We Economy”, un fenomeno che sta rimodellando i mercati e il nostro modo di lavorare e di vivere. Secondo il rapporto le imprese più innovative stanno infatti ampliando i confini tradizionali del proprio business entrando in contatto con altre realtà, clienti e persino dispositivi digitali dando vita a nuovi “ecosistemi” digitali.
Si tratta di aziende all’avanguardia, che hanno già cominciato a utilizzare la tecnologia per trasformare il loro business in chiave digitale e ora, grazie all’esperienza maturata, stanno rivoluzionando i loro mercati di riferimento. Queste aziende hanno capito che è possibile fare la differenza – e ottenere nuovi utili – facendo sistema , anziché operando come singole entità aziendali, e promuovendo l’emergere della “We Economy”.
Il passaggio alla “We Economy” è una tendenza confermata anche da un’indagine globale condotta su oltre 2.000 dirigenti aziendali e responsabili IT, da cui è emerso come, quattro intervistati su cinque pensino che in futuro i confini tra settori industriali saranno sempre più sfumati e le piattaforme digitali li trasformeranno in ecosistemi interconnessi. Il 60% degli intervistati prevede di coinvolgere nuovi partner nell’ambito del proprio settore industriale, il 40% di sfruttare partner digitali al di fuori del proprio settore e il 48% di entrare in relazione con le aziende leader di mercato nelle tecnologie digitali.
“Nella Technology Vision dello scorso anno osservavamo come le grandi imprese stessero riaffermando la propria leadership adottando il digitale per guidare i loro processi con maggiore efficienza, trasformare il loro approccio al mercato, collaborare con i partner e interagire con i consumatori” ha affermato Paul Daugherty, Chief Technology Officer di Accenture. “Ora che il digitale è diventato parte del loro DNA operativo, stanno estendendo i loro confini tradizionali, per fare leva su un più ampio ecosistema di imprese digitali e dare vita ad una nuova generazione di prodotti, servizi e modelli di business”.
L’analisi Accenture Technology Vision 2015 offre alcuni esempi di come le aziende operanti nell’ambito delI’Industrial Internet of Things utilizzino gli ecosistemi digitali per offrire nuovi servizi, cambiare le esperienze dei consumatori e penetrare in nuovi mercati. Dall’indagine Accenture è emerso che il 35% degli intervistati sta già utilizzando le Interfacce di programmazione di partner (API) per integrare i dati ecollaborare, mentre un altro 38% prevede di fare altrettanto in futuro. Un esempio è Home Depot, catena di distribuzione che offre prodotti e servizi per il fai da te, che collabora con i produttori per far sì che tutti gli elettrodomestici connessi che vende siano compatibili con il sistema Wink, creando in tal modo un proprio ecosistema domestico connesso e sviluppando nuovi potenziali servizi ed esperienze uniche per i clienti.
Analogamente, Philips collabora con Salesforce alla realizzazione di una piattaforma per modificare e ottimizzare la modalità di fornitura di servizi sanitari. La piattaforma è destinata a creare un ecosistema di sviluppatori di applicazioni dedicate all’assistenza sanitaria che consente la collaborazione e il passaggio di informazioni tra medici e pazienti. All’interno di questo vasto ecosistema dovranno rientrare le cartelle cliniche elettroniche e le informazioni raccolte attraverso le apparecchiature di diagnostica per immagini e di monitoraggio di Philips, nonché quelle derivanti da dispositivi e tecnologie personali.
Secondo l’analisi Accenture Technology Vision 2015, operando all’interno di ecosistemi digitali come quello creato da Home Depot e da Philips, le aziende possono crescere e generare nuove fonti di ricavo, cogliendo opportunità che non avrebbero potuto raggiungere senza questo nuovo livello di collaborazione.
L’analisi evidenzia inoltre cinque tendenze tecnologiche emergenti:
· The Internet of Me: un mondo strettamente personalizzato. Gli oggetti di uso quotidiano sono sempre più connessi e allo stesso modo anche le nostre esperienze personali condivise online possono abilitare dei canali digitali ad interagire con noi. Le aziende confermano di usare già oggi alcuni di questi canali digitali in un sistema interconnesso. Dalla Survey Accenture emerge che gli hardware maggiormente utilizzati per l’interazione sono: i dispositivi da indossare (citati dal 62% degli intervistati), i televisori connessi (68%), le autovetture connesse (59%). Le aziende più innovative stanno rivedendo il modo in cui creare nuove applicazioni, prodotti e servizi per offrire un servizio personalizzato e mantenere al contempo la fiducia del proprio consumatore. La maggioranza delle aziende (60%) prevede un ritorno positivo nell’investimento in tecnologie di personalizzazione.
· Outcome Economy: Risultati concreti grazie all’hardware. L’hardware è il collegamento tra l’impresa digitale e il mondo fisico. Secondo Accenture i clienti spesso non hanno bisogno di nuovi prodotti o servizi ma che essi diano prestazioni migliori. Con l’Industrial Internet of Things, le imprese stanno scoprendo l’opportunità offerta dal potenziamento degli oggetti di uso quotidiano dovuto alla presenza di sensori che li rendono “smart”. Questi, collegati alla rete mediante hardware connessi, offrono ai consumatori non più singoli prodotti o servizi, ma esperienze di utilizzo complete e migliori. L’87% degli intervistati ha infatti ammesso di usare maggiormente hardware, sensori e dispositivi intelligenti, l’84% di capire meglio come i prodotti vengono usati e quali risultati vogliono ottenere i clienti grazie all’intelligenza incorporata nei prodotti. Le aziende che governeranno l’”ultimo miglio” di infrastruttura tra mondo digitale e mondo fisico offrendo prestazione migliori grazie ad hardware superiori saranno vincenti.
· The Platform (R)evolution: Definire gli ecosistemi per ridefinire i settori di mercato. Le piattaforme e gli ecosistemi digitali alimentano la nuova ondata d’innovazione e di crescita. Le aziende che utilizzano piattaforme tecnologiche digitali crescono di più ed hanno una redditività migliore. Il 75% degli intervistati ritiene che le piattaforme della nuova generazione non proverranno dalle grandi aziende tecnologiche, bensì da attori e leader del settore; il 74% di essi afferma inoltre di utilizzare le piattaforme integrando i dati con i partner. Un esempio è costituito dal rapido progresso con cui il settore della mobilità sta utilizzando il cloud computing. In questo settore la nuova tecnologia consente alle aziende non solo di ottimizzare i costi ma anche di creare nuove opportunità di business per le imprese.
· Intelligent Enterprise: Molti dati + sistemi più intelligenti = miglioramento del business. Finora, il software avanzato è stato utilizzato per aiutare le persone a decidere meglio e più velocemente, ma con l’arrivo dei big data – e con i progressi della potenza di elaborazione, della scienza dei dati e della tecnologia cognitiva – il software intelligente aiuta le macchine a prendere decisioni ancora più consapevoli. È l’era dell’intelligenza del software in cui, secondo l’80% dei nostri intervistati, le applicazioni e gli strumenti acquisiscono un’intelligenza sempre più vicina a quella umana. Il 78% ritiene invece che presto il software sarà in grado d’imparare e adattarsi ai cambiamenti del mondo e di decidere in base a esperienze apprese. Il livello successivo di eccellenza operativa e la prossima generazione di servizi software emergeranno dai recenti progressi dell’intelligenza del software. Le aziende che sapranno impiegare i nuovi software per rendere intelligenti quanti più oggetti di uso comune possibile riusciranno spostare gli obiettivi dell’innovazione su nuovi livelli.
· Workforce Reimagined: Collaborazione all’intersezione tra uomo e macchina. La spinta verso il digitale amplifica la necessità di una migliore collaborazione tra uomini e macchine. La maggioranza delle aziende intervistate (57%) adotta strumenti tecnologici che permettono ai dipendenti di svolgere mansioni precedentemente affidate a esperti informatici, come la visualizzazione dei dati. I progressi delle interfacce naturali, dei dispositivi da indossare e delle macchine intelligenti offrono alle imprese nuove opportunità per migliorare il lavoro dei propri dipendenti attraverso la tecnologia. Da ciò deriveranno anche maggiori complessità nella gestione di una forza lavoro collaborativa composta da persone e da macchine. Il 78% dei dirigenti intervistati concorda nell’affermare che le imprese di successo gestiranno i dipendenti insieme a macchine intelligenti, garantendo la collaborazione tra i due gruppi, mentre il 77% degli intervistati pensa che entro tre anni le imprese dovranno provvedere ad istruire le macchine tanto quanto i dipendenti (ad esempio utilizzando software intelligenti, algoritmi e apprendimento meccanico). Le imprese di successo saranno quelle che meglio sapranno riconoscere e gestire i benefici della collaborazione tra talento umano e tecnologia intelligente.