AGENDA DIGITALE

Telecom: “Abilitatori dell’infrastruttura, Secure sim per lo Spid”

Stefano Mattevi: “Ci vediamo come acceleratori di un percorso che sta digitalizzando il rapporto fra aziende, cittadini e pubbliche amministrazioni”

Pubblicato il 04 Feb 2015

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I servizi di Telecom Italia abbracciano tutta la trasformazione in corso per i pagamenti della pubblica amministrazione. E la pedina, con cui l’operatore intende giocare questa partita, è il cloud computing. Ma l’operatore sta lavorando anche sui servizi da offrire ai cittadini, a quanto ci spiega Stefano Mattevi, responsabile Segment Marketing Direct Channel Business di Telecom Italia. “Ci vediamo come abilitatori e acceleratori di questo percorso che sta digitalizzando il rapporto tra aziende, cittadini, pubbliche amministrazioni”, dice.
Mattevi, più in particolare, quale partita state giocando sull’e-procurement?
Qui vediamo con molto favore lo strumento della centrale d’acquisto da parte della pubblica amministrazione, il quale passa attraverso Consip e varie centrali d’acquisto regionali e le gare Spc. Consideriamo tutto questo un forte abilitatore dell’adozione del cloud da parte di PA locali e centrali. E, com’è noto, abbiamo sposato il cloud per primi integrandolo con la nostra rete.
Qual è il collegamento tra cloud ed e-procurement?
L’e-procurement, una volta centralizzato, può basarsi sul cloud. Ma soprattutto diventa abilitatore di modelli innovativi nella PA basati sul cloud. Lo dimostra il fatto che Consip ha avviato una gara Spc cloud (per il nuovo Sistema pubblico di connettività, ndr). Noi stessi abbiamo lanciato il portale Nuvola Store, che permette, in modo simile a quanto fatto da Consip, di acquistare servizi attraverso la nostra piattaforma cloud. Insomma, crediamo molto nell’e-procurement e lo stiamo proponendo alla nostra clientela, trovando grosse affinità con le linee guida seguite da Consip e dall’Agenzia per l’Italia digitale.
Ma detto più esplicitamente: perché è un vantaggio per voi se si afferma un modello centralizzato?
Pensiamo che ci permetta di migliorare il nostro business. Se c’è frammentazione nell’acquisto, con tanti piccoli fornitori, proliferano soluzioni poco interoperabili, con bassi livelli di sicurezza. Definire un catalogo centralizzato a cui le PA possono accedere, garantisce che quanto acquistato rispetta i requisiti di affidabilità e sicurezza definiti dall’Agenzia. Il vantaggio per noi è doppio. Industriale e commerciale. Poter costruire una piattaforma di grandi dimensioni, che faccia leva sulle nostre infrastrutture di rete fissa e mobile, ha un valore molto più alto rispetto a rispondere a richieste sparse per il territorio. Da una parte, sostiene meglio la nostra pianificazione industriale di investimenti sulla rete e sui datacenter. Dall’altra, c’è un vantaggio commerciale perché così riusciamo a definire un’offerta che possiamo distribuire attraverso la piattaforma di e-procurement su una platea molto vasta. È più complicato, invece, arrivare a un pubblico frammentato e disperso sul territorio.
Come state cogliendo, invece, le opportunità che vengono dalla fatturazione elettronica obbligatoria?
Intanto partiamo da un’esperienza di casa nostra. Siamo uno dei soggetti che emettono più fatture verso la PA. Nel quarto e quinto bimestre del 2014 ne abbiamo fatte circa 35mila verso la PA centrale. Per cogliere lo switch off di giugno abbiamo sviluppato, con Olivetti, una piattaforma che gestisce tutto il ciclo della fatturazione elettronica. L’abbiamo fatto per le nostre fatture, ma poi l’abbiamo messa sul nostro cloud. La stessa piattaforma permette infatti alle PA, che la adottassero, di gestire tutto il ciclo passivo. La offriamo anche alle aziende che devono fare fatture verso la PA. Il business vero è la gestione su cloud di tutta la piattaforma documentale, integrata sui sistemi gestionali, la conservazione sostitutiva a norma delle fatture. Ci aspettiamo che il fenomeno si estenda a tutto il mondo privato e si apra un mercato più grande. Stiamo vedendo che, da quando c’è stato lo switch off per la PA centrale, i nostri principali clienti stanno chiedendo a Telecom di mandare loro le fatture in formato elettronico strutturato. Insomma anche loro vogliono fare lo switch off, avendo gli stessi problemi che ha la PA con il cartaceo.
Qual è il vostro ruolo per i pagamenti elettronici verso la PA?
In questo caso il nuovo ruolo è di abilitatori di infrastruttura, per le aziende che offrono interfacce di pagamento verso la PA. Possono essere ospitati sul nostro cloud, sulla nostra rete. Ma c’è anche un altro tema: permettere ai clienti di fare, in mobilità, i pagamenti verso la PA. Stiamo offrendo secure sim, dove si possono creare wallet con componenti di sicurezza, per pagare nei negozi. In futuro questo sistema potrà servire anche per pagare la PA. A tendere, auspichiamo un modello in cui l’identità digitale unica Spid possa risiedere su secure sim e sia poi associabile a strumenti di pagamento. È un’area di ricerca su cui stiamo lavorando, considerando che la normativa non è ancora completa.

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