LA GARA

Torri Wind, trattativa in esclusiva o due “finalisti”?

Sul rettilineo finale la procedura per la cessione delle infrastrutture di trasmissione dell’operatore. In campo Abertis, Ei Towers e la cordata F2i-Providence

Pubblicato il 04 Feb 2015

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La decisione di Maximo Ibarra potrebbe arrivare entro venerdì. Il ceo di Wind sarà chiamato a scegliere a chi affidare la trattativa esclusiva per la cessione delle circa 6mila torri che Wind ha deciso di mettere su mercato, dando vita a un’asta nella quale oggi sono rimasti in competizione il gruppo spagnolo Abertis, la controllata Mediaset Ei Towers e il fondo F2i in tandem con gli statunitensi di Providence.

Ma di fronte al management di Wind c’è anche una seconda soluzione: quella di selezionare due pretendenti finali, con quali trattare in parallelo per spuntare le condizioni di vendita migliori.

Quanto alla valutazione, le indiscrezioni parlano di una valutazione fino a 15 volte il margine operativo lordo, che si concretizzerebbe, scrive il Sole24ore, in una cifra attorno agli 800 milioni di euro. Gli ultimi giorni, intanto, sono stati dedicati agli approfondimenti sul piano industriale.

Per le torri da cedere Wind ha dato vita a una newco, Galata, di cui manterrà una quota del 10%, dove confluiranno 62 dipendenti del gruppo di tlc.

Tra i pretendenti rimasti in gara Abertis sempre tra i più determinati dal momento che avrebbe in programma di inserire l’operazione in un contesto più ampio, il Proyecto Galata, con il quale la società punta a quotare in borsa a Madrid la controllata Abertis Telecom, in cui potrebbero confluire le infrastrutture Wind e le 2mila torri messe in vendita da Portugal Telecom, per le quali il gruppo spegnolo è in gara.

Dal canto suo Ei Towers, di cui Mediaset detiene il 40%, con questa operazione potrebbe invece fare un importante balzo in avanti e accrescere le proprie dimensioni, arricchendo con le Tlc il proprio portafoglio, oggi “specializzato” in Tv. Ma il gruppo sta ora approfondendo tutti gli aspetti finanziari dell’operazione, dal momento – ricostruisce il Sole24ore – che se dovesse impegnarsi in un’operazione da 800 milioni di euro potrebbe aver bisogno di un aumento di capitale approssimabile attorno ai 100 milioni di euro.

Quanto a F2i, concorrere all’asta delle torri Wind vorrebbe dire per il fondo guidato da Renato Ravanelli preparare l’ingresso in un settore che potrebbe essere strategico per la società.

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