LA VERTENZA

Italtel, sul piatto il reintegro dei 127 cassintegrati

Azienda e sindacati convocati al Mise per trovare un accordo. Gli esuberi potrebbero rientrare a lavoro dal primo gennaio 2016, ma la società chiede la disdetta dei contratti integrativi. Fiom, Fim e Uilm: “Proposta insufficiente, ma il confronto continui”

Pubblicato il 04 Feb 2015

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Sul piatto della bilancia del confronto tra azienda e sindacati nella vertenza Italtel c’è da una parte il reintegro dei 127 lavoratori in cassa integrazione, dall’altra la disdetta della contrattazione integrativa, che era in un primo momento stata decisa a fine 2014, e poi sospesa dall’azienda per favorire il confronto con i rappresentanti dei lavoratori.

Ma le condizioni per un accordo ancora non ci sono, e le parti sono state convocate per domani pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico per tentare una conciliazione.

“La priorità per noi è che sia possibile il rientro in azienda dei 127 lavoratori in cassa integrazione – spiega Enrico Vacca, delegato Italtel per la Fim Cisl nazionale – ma questo deve avvenire nella cornice di un piano certo, ben definito, con tappe precise. Apprezziamo la disponibilità dimostrata fino a questo momento dall’azienda, ma crediamo anche che non sia possibile mettere sullo stesso piano la pretesa di una rinuncia alla contrattazione integrativa dal 2015 con la prospettiva, ancora poco dettagliata, di un reintegro tra un anno. Siamo disposti a ragionare insieme, ad accettare anche qualche sacrificio, ma è necessario discuterne in modo molto approfondito, nel quadro di un accordo strutturato. In ogni caso ci auguriamo che domani si possa trovare una prima quadratura del cerchio”.

A chiedere l’incontro al ministero, coinvolgendo con una lettera il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, erano stati nelle scorse settimane proprio Fiom, Fim e Uilm, mentre al vertice di domani è prevista per il Mise la partecipazione del dirigente Giampiero Castano.

La trattativa si era interrotta all’inizio di gennaio proprio dopo la disdetta unilaterale del contratto integrativo, subito dopo la decisione di prorogare per altri tre mesi la Cigs, grazie all’accordo raggiunto in dicembre al Mise. Il primo tavolo di trattativa con i sindacati in Assolombarda a gennaio era durato soltanto pochi minuti: giusto il tempo per i sindacati di fare appello all’azienda affinché accettasse di tornare sui propri passi rispetto al contratto integrativo prima di riprendere il confronto, e per Italtel di chiedere tempo per formulare una nuova proposta che potesse consentire alla trattativa di ripartire.

Da allora, ottenuta la sospensione del provvedimento, si sono susseguite altre riunioni, in cui però le parti non sono giunte a una soluzione, fino ad arrivare alla convocazione del tavolo al Ministero dello Sviluppo economico di domani, dove si prevede una riunione-fiume in cui si affronteranno i dettagli della vertenza: da una parte la necessità di ridurre i costi conseguente al piano di rifinanziamento dell’azienda che risale al 2012, dall’altra la sorte dei 127 lavoratori ancora in sospeso.

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