Valido il contratto Telecom-Viminale. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso presentato da Fastweb che chiedeva “l’inefficacia del contratto” da oltre 500 milioni di euro, rinnovato nel 2011 (dopo una prima aggiudicazione nel 2003) tra Telecom e il ministero dell’Interno per la fornitura di servizi di comunicazione per la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri per sette anni.
Nel 2012, il Tar del Lazio, su ricorso di Fastweb, aveva annullato l’accordo tra Telecom e il Viminale perché affidato con “procedura negoziata senza pubblicazione del bando” all’ex monopolista di Stato, considerato l’unico operatore in grado di poter fornire quel servizio.
Nel 2013, il ministero dell’Interno e Telecom si sono rivolti al Consiglio di Stato che, nel 2013, ha confermato l’annullamento dell’aggiudicazione, ma ha sospeso il giudizio sulla sorte del contratto in attesa di una pronuncia della Corte di Giustizia Ue dal momento che “la direttiva 89/665 esclude che il corrispondente contratto sia dichiarato privo di effetti quando l’amministrazione abbia pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue un avviso di trasparenza preventiva e abbia rispettato il termine sospensivo minimo di dieci giorni dalla pubblicazione di tale avviso”.
Nel settembre scorso, i giudici di Lussemburgo hanno affermato che, in questa particolare situazione, il contratto può essere privato di effetti solo al ricorrere di stringenti condizioni che oggi la terza sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto non sussitere.