Consumatori alla Ue: “Basta con il telemarketing”

Federconsumatori e Adusbef al commissario dell’Agenda Digitale, Neelie Kroes: la norma del decreto Milleproroghe sull’uso commerciale della banche dati viola la privacy

Pubblicato il 26 Mar 2010

I consumatori italiani si appellano alla Ue per evitare
l’ulteriore prolungamento della norma che regola l’uso delle
banche dati a scopo commerciale. E lo fanno in una lettera
indirizzata al Commissario europeo per l’Agenda Digitale, Neelie
Kroes, a firma Adusbef e Federconsumatori, dove chiedono di
intervenire presso le autorità italiane.

Inizialmente prevista dal decreto Milleproroghe del 27 febbraio
2009, la norma in violazione “permette l’utilizzo a fini
commerciali dei dati personali inclusi negli elenchi pubblici e che
sono stati creati senza aver previamente informato l’utilizzatore
circa l’obiettivo degli elenchi stessi, nonché senza il loro
esplicito consenso per un utilizzo a fine di operazioni di
marketing”, spiega la missiva.

La Commissione europea, lo scorso 28 gennaio, era già intervenuta
presso il governo italiano aprendo una procedura d’infrazione a
seguito dell’adozione finale del decreto legge 135/09, che
estendeva per un periodo di sei mesi – fino al 25 maggio 2010, la
norma in violazione. I termini previsti dalla procedura prevedono
che il governo dovrebbe rispondere entro il 28 marzo.

“I consumatori italiani sono esposti a continue e serie
violazioni del loro diritto alle privacy – si legge – poiché
sono stati e sono tuttora oggetto di numerosissime chiamate non
richieste a fini commerciali”. Il rilievo portato
all’attenzione della Commissione europea esprime anche seria
preoccupazione rispetto “al passaggio dal sistema opt-in verso
quello opt-out” previsto sempre dal decreto 135/09. Tale
cambiamento richiederebbe cioè ai consumatori di esprimere il
dissenso all’uso dei propri dati altrimenti utilizzabili a fini
commerciali, mentre con il sistema vigente questi possono essere
usati solamente dietro autorizzazione preventiva.

Secondo i consumatori una simile modifica comporterebbe un evidente
deterioramento della protezione dei consumatori. Le due
associazioni sono preoccupate circa l’efficacia del meccanismo di
opt-out nel proteggere i consumatori italiani. “Inoltre, ad oggi,
non sono state loro fornite informazioni sul cambiamento del
sistema, né sul suo funzionamento”, conclude il testo.

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