SAFER INTERNET DAY

Cyberbullismo, nel 2014 quasi raddoppiate le vittime

Le denunce per bullismo attraverso il web a danno di minori, raccolte dalla Polizia postale e delle Comunicazioni sono state 345 contro le 190 del 2013. Un ragazzo su tre accetta amicizie online da estranei, e il reato più diffuso è il furto di identità nei social network

Pubblicato il 10 Feb 2015

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Sono aumentate nel 2014 le denunce per cyberbullismo a danno di minori raccolte dalla Polizia postale e delle Comunicazioni. Dall’1 gennaio al 31 dicembre le vittime di prepotenze online sono state 345, contro le 190 del 2013, e il reato più diffuso è il furto di identità nei social network (114 casi denunciati nel 2014, 23 nel 2013). Secondo un’indagine presentata da Moige e Polizia e condotta dal professor Tonino Cantelmi dell’Università Lumsa, inoltre, 1 ragazzo su 3 accetta online amicizie da estranei e 1 su 5 incontra questi sconosciuti anche offline.

Dall’indagine emerge anche che solo un minore su 7 si connette per studiare: il 24% chatta, il 22% scarica e ascolta musica, il 18% gioca e guarda immagini. Il 30% usa la rete per trovare nuove amicizie, il 37% fa amicizia con sconosciuti e il 19% confessa di averli incontrati anche nella vita offline. Un ragazzo su tre dice inoltre di non utilizzare mai la propria identità in rete. Il 13% tra chi ha 14-20 anni si è esposto al fenomeno del sexting, mentre uno studente su 4 dichiara di aver ricevuto contenuti a sfondo sessuale. 6 adolescenti su 10 almeno una volta hanno utilizzato foto o video per prendere in giro qualcuno.

Contro i reati online, ha affermato il Direttore centrale delle Specialità della Polizia, Roberto Sgalla, bisogna lavorare insieme sulla prevenzione e la formazione, perché si prenda coscienza della loro gravità. Serve inoltre una riflessione “sul quadro normativo con fattispecie piu’ precise e sanzioni adeguate”. Madrina del progetto per le scuole – realizzato in collaborazione con Trend Micro, Google, Hp, Vodafone e Cisco – Milly Carlucci, intervenuta con un video messaggio: “Ai genitori dico di impegnarsi a colmare il digital divide per non restare indietro, ma accanto ai propri figli anche sulla rete”.

Questi ed altri dati sono stati presentati oggi in occasione del Safer internet day e del lancio del progetto “Per un web sicuro” realizzato in collaborazione con il Moige e che raggiungerà 70 scuole medie in 15 regioni, per un totale di 23 mila studenti e 50 mila tra docenti, genitori e nonni coinvolti. “Le cose non vanno sicuramente bene – ha osservato il direttore della Polizia postale, Antonio Apruzzese – si registra un trend in ascesa dei reati che riguardano l’uso del web e sono numerosi i ragazzi autori di reato”. Secondo stime generali e “gli studi classici”, ha aggiunto Apruzzese, i casi reali “potrebbero essere 5-6 volte superiori” rispetto a quelli denunciati. Obiettivo, ha spiegato la presidente del Moige, Maria Rita Munizzi, è aiutare i ragazzi “ad adoperare il web” nel modo giusto, “conoscendone i tranelli”.

Dai dati delle denunce emerge che nel 2014 le vittime di stalking via web sono state 6, quelle per diffamazione online 73. A denunciare ingiurie via email, via social network e via telefono sono stati 45 ragazzi, a denunciare minacce 50. Le vittime di molestie invece sono state 30, quelle di diffusione e divulgazione di materiale pedopornografico 27. “Il lavoro più duro e arduo è la prevenzione – ha concluso Apruzzese – perché quando un fatto viene denunciato le indagini vanno avanti. Ma è arduo fare una prevenzione efficace: l’approccio deve essere per forza corale”.

Anche a livello europeo cresce la preoccupazione per i reati connessi al cybercrimine nel 2014. A rivelarlo è un sondaggio Eurobarometro, nella giornata internazionale dedicata alla sicurezza online, secondo cui l’85% del totale degli intervistati (l’82% in Italia) concorda che il rischio di diventare vittima è in aumento, facendo segnare un 9% in più rispetto al dato di uno studio del 2013.

In crescita in tutta Europa sono anche i timori rispetto alle diverse tipologie di reato (furto di identità; pirateria della casella di posta elettronica o del profilo sui social media; ritrovarsi vittima di frodi legate ad una transazione bancaria o con carte di credito). Anche alla luce di questi risultati il commissario Ue all’Immigrazione e Affari interni Dimitris Avramopoulos, annuncia “uno sguardo rinnovato all’approccio” sul fenomeno, in vista della preparazione dell’Agenda europea sulla sicurezza.

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