Internet company, tentazione Borsa. Cinque italiane pensano al listino

Dieci anni dopo la bolla di Internet, e sull’onda del successo del portale della moda Yoox, torna l’interesse per le società del web. Cinque aziende avrebbero già avviato i contatti con le banche, con ipotesi di debutto a fine anno

Pubblicato il 29 Mar 2010

Torna l’attrazione tra le dotcom e la Borsa. E se il listino
ripartirà con le small cap, saranno le matricole di Internet a
fare da apripista, scommettono gli operatori. Lo scoppio della
bolla di Internet del 2000 non fa più paura, ma ha anche insegnato
una lezione: prima si quotava un’idea, oggi si presentano
società con le spalle più larghe. Fra le candidate, riporta il
CorrierEconomia, vecchie conoscenze e nuovi volti.

Una in lista d’attesa è la Saldiprivati Born4Shop di Bruno
Decker e Gionata Tedeschi: vendite scontate di abbigliamento online
su invito, 1,5 milioni di iscritti. La capogruppo Banzai ha fra i
soci, al fianco di Paolo Ainio (40%), anche Carlo Micheli (8,6%),
figlio di Francesco (ex eBiscom), attraverso la Francesco Micheli
Associati, con Marco Drago (3,53%) e Lorenzio Pellicioli (1,77%),
rispettivamente presidente e amministratore delegato del gruppo De
Agostini. “La Borsa è un’opportunità per aziende in crescita
come la nostra”, sottolinea Andrea Di Camillo, amministratore
delegato di Banzai. “La valutiamo per il 2011”. Si tratta di
un’azienda con dimensioni già di tutto rispetto, 13 milioni di
fatturato 2009 che, secondo le previsioni, diventeranno 20 milioni
nel 2010.

C’è poi il gruppo svizzero Bravofly, che in Italia ha il sito
Volagratis, 3 milioni di utenti al mese e 5 mila biglietti venduti
dichiarati al giorno. “Dopo il caso Yoox siamo stati contattati
da diverse grandi banche. Si sono rese conto che ci sono poche
Internet company quotate in Europa e in Italia”, dice Fabio
Cannavale, managing director. “Noi siamo interessati, ma
probabilmente ci quoteremmo in Svizzera, dove ha sede il
gruppo”.

Pensa all’Italia invece la torinese Bakeka.it di Alessandro
Rivetti, che con gli annunci gratuiti online fa concorrenza a eBay:
15 soci privati, 2,8 milioni di fatturato 2009 e 600 mila euro di
Ebitda. “Quest’anno porteremo il giro d’affari a 4
milioni”, anticipa Rivetti. “La Borsa è una strada che
potremmo valutare per sviluppare nuovi progetti. Il mercato degli
annunci sta crescendo, i clienti si stanno spostando dal cartaceo
al web”.

Sono infine candidate a Piazza Affari anche la Microgame delle
scommesse online, dove è entrato in ottobre il fondo di private
equity Monitor Clipper Partners, e la Jobrapido di Vito Lomele,
primo motore di ricerca di lavoro in Italia. “Stiamo valutando la
quotazione”, dichiara Giulio Valiante, socio fondatore di
Jobrapido e investitore nelle aziende web. “Nel silenzio degli
ultimi anni sono nate società su Internet di grande efficacia. Si
presenteranno sulla linea di partenza della Borsa nei prossimi due
anni, con i numeri giusti e i bilanci in ordine”.

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