IL CASO

Net neutrality, i Repubblicani pronti a ribaltare la proposta Fcc

L’opposizione gioca su più fronti: gli investitori vengono messi in guardia sull’impatto economico della riclassificazione della banda larga ed una proposta di legge cerca di ridurre i poteri della Fcc. E c’è chi ipotizza un illecito coordinamento tra l’Authority e la Casa Bianca

Pubblicato il 11 Feb 2015

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A una settimana dalla proposta della Federal Communications Commission americana per ridisegnare le regole che governano Internet applicando le stesse norme vigenti per le utility ai fornitori della banda larga, i Repubblicani hanno già pronta un’aggressiva strategia per mandare a monte il progetto della Fcc.

La crociata dei Repubblicani contro l’authority si basa sugli stessi argomenti sostenuti dalle telco: la riclassificazione del broadband chiesta dalla Fcc ostacolerà gli investimenti e l’innovazione e farà salire i prezzi per i consumatori; in poche parole avrebbe conseguenze disastrose per l’economia e la competitività del mondo digitale. Il commissario Repubblicano della Fcc Ajit Pai, ha accusato il presidente Tom Wheeler di aver messo a punto una proposta “interventista” che fa “un regalo agli avvocati”, viste le tante cause che fioccheranno da parte degli Isp.

Ma secondo il Washington Post, i critici cercheranno anche di mettere in evidenza il legame tra la proposta di Wheeler sulla net neutrality e le indicazioni date dal Presidente Barack Obama. La Casa Bianca avrebbe in modo inappropriato spinto un’agenzia indipendente a prendere una decisione diversa da quella ipotizzata inizialmente: come noto, infatti, Wheeler era dapprima favorevole ad accordi commerciali per dare priorità ad alcuni servizi sul web, ma, dopo che Obama si è apertamente espresso per la neutralità della rete e la riclassificazione della banda larga, ha modificato la sua proposta.

L’assalto dei Repubblicani si preannuncia senza esclusione di colpi, conferma Harold Feld, senior vice president di Public Knowledge, associazione dei consumatori.

Nei giorni scorsi, Senato e Casa dei rappresentanti hanno chiesto alla Fcc di consegnare tutta la corrispondenza tra la Commission e la Casa Bianca sulla net neutrality, per portare allo scoperto eventuali prove che le due parti abbiano coordinato la loro posizione. Inoltre, il Repubblicano del Nevada Dean Heller, membro del comitato del Senato che vigila sulla Fcc, ha presentato una proposta di legge che vuole costringere la Fcc a rendere pubblica la bozza per le regole sulla net neutrality con settimane di anticipo rispetto all’incontro e voto dell’authority del 26 febbraio.

Ancora, i Repubblicani che siedono nella Fcc sono decisi ad adottare una linea dura: non suggeriranno una versione di compromesso tra la proposta di Wheeler e quella gradita ai Repubblicani, anticipa Pai, perché l’obiettivo è ribaltare completamente quella proposta.

L’offensiva dei Repubblicani si sta dipanando su più fronti. La scorsa settimana Robert McDowell, ex commissario della Fcc, si è recato a New York per incontrarsi con hedge fund e analisti di Wall Street ai quali ha indicato che le regole volute da Wheeler potrebbero portare a una regolazione sui prezzi che gli Internet provider fanno pagare ai consumatori. “I Repubblicani useranno ogni mezzo per convincere la Fcc a non adottare queste regole”, ha aggiunto McDowell. Ci saranno azioni di lobby last-minute, campagne pubblicitarie, lettere da Capitol Hill e altro ancora.

Intanto il Senatore John Thune, presidente del Senate Commerce Committee, ha proposto insieme al collega della Casa dei rappresentanti, Fred Upton, una nuova legge che svuoterebbe di potere la Fcc bloccandone l’azione sulla net neutrality. Convincere i Democratici è però impresa ardua: molti si oppongono a una riduzione dell’autorità della Commission.

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