Netflix è pronta ad allargare aggressivamente i mercati raggiunti dal suo servizio, ma le differenze culturali e l’ostacolo rappresentato dai contenuti in inglese per audience poco abituate ad allontanarsi dalla lingua nazionale cominciano a creare qualche grattacapo per la piattaforma dei video in streaming.
Netflix trasmette film, serie tv e anche produzioni originali a 57 milioni di abbonati in più di 50 paesi (da poco anche a Cuba). L’obiettivo è di rendere il servizio disponiile in 200 paesi entro il 2017, con una copertura pressoché globale. Il chief content officer Ted Sarandos ammette tuttavia che tale massiccia espansione richiederà da parte di Netflix una specifica capacità di superare le “barriere culturali”.
In Europa le difficoltà che la piattaforma di streaming incontra sono evidenti. Dopo un avvio brillante in Gran Bretagna e Scandinavia, Netflix ha fatto il suo ingresso lo scorso autunno su sei nuovi mercati europei, con l’idea di diffondersi poi nel resto del nostro continente che ha 66 milioni di case raggiunte dalla banda larga. Ma in Europa Netflix si è trovata di fronte una concorrenza più serrata del previsto da parte di servizi di streaming locali, oltre che di applicazioni che permettono di guardare illegalmente film e serie tv. In una lettera agli azionisti mandata a gennaio, Netflix ha citato un grafico di Google Trends che mostrava come uno di questi servizi — Popcorn Time — era diventato un serio competitor in Olanda.
Netflix in Europa incontra difficoltà anche per un altro motivo: la sua offerta sui nostri mercati non sarebbe all’altezza di quella disponibile negli Stati Uniti. L’azienda non fornisce dati disaggregati per i vari mercati su cui è presente, ma secondo il sito Netflixable ci sono più di 8.500 film e serie tv nella versione Usa di Netflix, contro 3.100 in Uk e circa 2.000 nel resto d’Europa. In Francia, per esempio, Netflix non propone la popolare serie tv “House of Cards”.
Proprio per questa offerta non del tutto soddisfacente, alcuni utenti internazionali usano delle virtual private networks, o Vpn, per accedere alla versione americana di Netflix aggirando la barriera dei confini nazionali: lo fanno anche gli spettatori della Cina, dove Netflix ufficialmente non esiste. Secondo la società di ricerche britannica GlobalWebIndex, ogni mese 54 milioni di persone accedono a Netflix via Vpn, di cui 20 milioni in Cina.
Netflix in Europa ha cercato di promuoversi stringendo accordi con aziende telco e del cavo per offrire il suo servizio tramite i loro set-top-box, ma sembra che in Francia questa strategia non abbia pagato: “Non mi sembra ci sia stato grande entusiasmo per Netflix”, ha dichiarato Stéphane Richard, Ceo di Orange, che è tra le aziende che offre nel suo bouquet il servizio di Netflix. “Gli spettatori sono delusi”.
Uno dei motivi di questa delusione sarebbe la carenza di contenuti in lingua locale: per questo Netflix adesso punta molto sulle produzioni nazionali. In Francia viene pubblicizzato l’arrivo sulla piattaforma di Netflix della serie poliziesca francese “Marseille” che, non a caso, l’azienda dello streaming descrive come la versione mediterranea di “House of Cards”.