STRATEGIE

Radaelli: “Vocazione digitale e visione commerciale per l’Enit del futuro”

Il commissario straordinario: “Dovrà essere possibile prenotare e pagare per servizi diversi in un’unica soluzione. Presto accordi strategici con partner e vettori insieme al customer care capillare e allo sviluppo della mobilità turistica”

Pubblicato il 16 Feb 2015

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«Oggi, ben oltre il 50% dei viaggiatori usa il web, in gran parte da mobile, per individuare, selezionare e acquistare un viaggio o un pernottamento. Anche in Italia, il turismo raccoglie la fetta più grande del fatturato di acquisti online, generando quasi il 40% del giro d’affari dell’ecommerce del nostro Paese (si parla di 11,2 miliardi totalizzati nel 2012».
A parlare è Cristiano Radaelli, commissario straordinario dell’Enit, l’agenzia italiana per il turismo. Che scatta una fotografia del settore in Italia, utilizzando la lente dell’importanza delle nuove tecnologie per il rilancio del settore.
Radaelli, qual è il valore aggiunto delle nuove tecnologie nel turismo per l’Italia?
L’economia digitale applicata al mercato turistico rappresenta una possibilità di ritorno per le imprese del settore alla vecchia e buona abitudine di rapporto col cliente durante tutto l’anno. Pensiamo al successo della riviera romagnola, quando negli anni ’60 i proprietari delle prime pensioni a conduzione familiare partivano a dicembre per la Germania carichi di regali per i clienti tedeschi, coi quali nasceva spesso un rapporto di amicizia. Questo ha decretato nel tempo il successo turistico di un intero contesto territoriale. L’aumentata possibilità di comunicazione con clienti attuali e potenziali, di cui oggi possiamo beneficiare, deve essere la base per un nuovo rilancio del settore, riprendendo le dinamiche virtuose del passato. L’utilizzo dei big data, inoltre, permette di avere informazioni precise su flussi e interessi dei turisti, anche divisi per settori di appartenenza.
Lei è commissario Enit da giugno. Che situazione ha trovato?
La struttura e l’organizzazione dell’Agenzia rifletteva un mercato del turismo che oggi si è sostanzialmente modificato. Le attività dello Stato devono muoversi utilizzando processi e tecnologie all’avanguardia, in modo veloce, con efficienza ed efficacia. Il turismo è oggi l’attività dove maggiormente i rapporti tra clienti e fornitori si svolgono in modo digitale. L’Agenzia deve sviluppare competenze e strumenti per muoversi in questo campo.
La commissione sul turismo digitale, “Tdlab” ha presentato le sue 30 proposte. Come le considera?
È stato un lavoro molto utile: per la prima volta nella storia di un Governo Italiano un ministero è diventato uno spazio di lavoro e confronto diretto per gli operatori del settore, ribaltando il rapporto tradizionalmente verticistico delle istituzioni rispetto alla cittadinanza. Le loro proposte sono il banco su cui dovrà misurarsi la nuova agenzia, che avrà così parametri molto precisi su cui orientare un’azione che si spera, per il futuro, sempre più efficiente ed efficace.
I tre assi principali individuati dalla commissione sono interoperabilità, sviluppo digitale e promo-commercializzazione. Quale vi riguarda più da vicino?
L’approccio della nuova Enit è prevalentemente commerciale, quindi sviluppo digitale e aspetti commerciali sono quelli che ci riguardano più direttamente, insieme allo sviluppo dei processi digitali nell’industria turistica. A seguire il supporto il tema dell’interoperabilità e dell’integrazione dei dati. Uno dei punti principali a cui abbiamo già iniziato a pensare è quello delle tourist card, di cui su Italia.it si trovano informazioni piuttosto dettagliate. Vi sono già diversi distretti turistici che si sono organizzati in questo senso, permettendo al viaggiatore/turista di prenotare e pagare in soluzione unica servizi diversi forniti da molteplici attori.
Quali sono le iniziative su cui puntate con più decisione?
Sfruttando le potenzialità del digitale, i punti cardine sono promozione digitale dei prodotti turistici e accordi strategici con i partner e i vettori, e sviluppo della mobilità turistica e di un sistema capillare di customer care. Il portale italia.it è quindi il sito nazionale che svolgerà questa attività di fondamentale importanza. Non dimentichiamo inoltre che è stato affidato alla nuova Enit l’Osservatorio Turistico Nazionale, con il compito sviluppare un processo che garantisca dati affidabili e tempestivi e analisi che indirizzino lo sviluppo turistico.
La digitalizzazione coinvolge PA, singoli imprenditori italiani e player stranieri, sempre più agguerriti: come è possibile trovare un fattore comune per dare una nuova opportunità di sviluppo al Paese?
La trasformazione dell’Enit da ente pubblico ad ente pubblico economico è proprio volta a creare un collante fra le istituzioni e il tessuto socioeconomico. Sono cambiati i paradigmi e non appena la riforma dell’Agenzia andrà in porto, potremo sperimentare una nuova logica di servizio da parte del settore pubblico nei confronti di quello privato.
Ci sono esempi all’estero a cui è possibile ispirarsi?
Le agenzie spagnola e francese sono concorrenti molto validi. Per la struttura del portale, trovo piacevoli quello danese e svedese.
Quanto contano la formazione e le competenze digitali in questo campo?
Contano nella misura in cui il digitale deve essere considerato un assunto base, quindi ormai imprescindibile.

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