Rivoluzione in arrivo nel mondo dell’hardware per i computer dei grandi data center e a guidarla sono i colossi del web, Facebook in primis, che hanno cominciato a progettare i propri server in base alle proprie specifiche rendendo più marginale l’apporto dei tradizionali produttori di hardware.
Facebook, in particolare, ha introdotto un proprio design per le attrezzature di rete che gestiscono il flusso di dati tra i suoi computer e tra i computer di Facebook e Internet. I server e le attrezzature di rete, come noto, sono le componenti chiave dei data center da cui dipende l’attività sul web sia da fisso che da mobile. Il social network ha dato il via alla sua iniziativa di auto-progettazione delle attrezzature di rete l’anno scorso, quando ha disegnato un suo switch, con software scritto dagli ingegneri di Facebook. Ora l’azienda ha annunciato un nuovo switch più potente per controllare porzioni più consistenti del traffico che passa per i data center. L’obiettivo di Facebook è rendere l’hardware meno importante e potenziare il ruolo del software, che può essere rapidamente aggiornato per rispondere ai cambiamenti dei trend tecnologici o adattarsi ai picchi d’uso. Al tempo stesso, Facebook cerca con questa mossa di trattare prezzi più bassi dai produttori di attrezzature. Ma anche, l’idea è di avere attrezzature per data center meno specializzate, cosicché gli stessi ingegneri che gestiscono i server possano gestire anche le attrezzature; alla fine Facebook dice di voler arrivare a un punto il cui il software è così sofisticato e automatizzato che una sola persona potrà supervisionare tutta la rete dell’azienda.
La strategia con cui Facebook si progetta da sola porzioni sempre più consistenti dell’hardware di cui ha bisogno, e ne disegna anche il software, sta spingendo altri colossi del web, come Google, a fare lo stesso – un cambio di direzione che impatta fortemente i fornitori tradizionali di attrezzature di rete come Cisco, Juniper Networks, Ibm e Hewlett-Packard. Non a caso l’anno scorso Ibm ha venduto la sua attività nei server mass-market, a causa, hanno commentato diversi analisti, della concorrenza dell’hardware low-cost. Hp a sua volta ha cominciato a offrire server senza il suo software proprietario, mentre il Ceo di Cisco John Chambers ha dichiarato che la tendenza dei colossi del web a progettarsi il proprio hardware – che viene poi solitamente costruito su ordinazione da produttori asiatici – ha spinto l’azienda a focalizzarsi sulle innovazioni nel software. La presenza di fornitori di hardware low-cost e la tendenza di alcuni grossi clienti a progettarsi da sè i prodotti rischiano di causare una forte contrazione nelle entrate e nei margini operativi per i fornitori tradizionali.
E le web companies non sono le uniche che mettono sotto pressione il business di aziende come Cisco, Ibm e Hp. Anche il colosso telecom americano At&t sta ricostruendo la sua massiccia rete usando hardware meno costoso, commerciale, controllato dal software, costringendo i tradizionali fornitori dei attrezzature di rete per aziende telecom a adattarsi alle sue nuove esigenze. “Per i vendor che hanno sempre puntato su server e networking, i margini sono davvero sotto pressione”, ribadisce Matt Eastwood, analista di Idc.
A sorridere, d’altro canto, sono i produttori low-cost asiatici cui le web companies e le telco si rivolgono per farsi costruire il loro hardware auto-progettato, come la taiwanese Quanta Computer, che fabbrica server e fa ruotare il suo business proprio sulla capacità di rispondere alle esigenze specifiche dei colossi di Internet.