La rapida ascesa delle startup innovative americane come Uber ed Airbnb e la difficoltà per le aziende simili europee di arrivare a competere con le controparti statunitensi ha una spiegazione primaria: in Europa le start-up non trovano finanziamenti di entità paragonabile a quelli messi a disposizione dagli investitori privati negli States. Lo scrive oggi il New York Times.
Accade così che l’europea HouseTrip, nata nel 2009 per far concorrenza ad Airbnb, abbia presto dovuto riadattare il suo modello di business, rivolgendosi a mercati più piccoli anziché operare su scala globale. I conti sono presto fatti: alla sua nascita HouseTrip è riuscita ad attrarre 60 milioni di dollari dagli investori privati, ha assunto 100 persone e ha lanciato il suo servizio in più di 30 paesi, ma Airbnb, che ha sede a San Francisco, ha avuto ampio accesso ai capitalisti di ventura della vicina Silicon Valley, tra cui Sequoia Capital, e ad impenditori come Jeff Bezos di Amazon e ad oggi ha messo insieme 800 milioni di dollari ed è vautata 13 miliardi E’ con finanziamenti di questo ordine di grandezza che le start-up americane possono nutrire ambizioni globali, battendo i concorrenti europei.
La storia è simile per Uber, che ha raccolto quasi 5 miliardi di dollari dagli investitori, per lo più rappresentati da wealth fund americani. La valutazione di Uber è salita a 41,2 miliardi di dollari e la app è attiva, controversie a parte, su scala globale. Caso simile è quello Snapchat, start-up della Silicon Valley che ha attratto finanziamenti privati per circa 650 milioni di dollari e si è così allargata verso i mercati di Europa e Asia.
Ora che l’economia degli Stati Uniti è in fase di miglioramento, il gap con l’Europa in termini di denaro che viene investito nelle start-up è destinato a crescere, osservano gli analisti. Gli imprenditori europei reagiscono dando alle loro imprese un focus più locale, ritagliandosi mercati di nicchia che i colossi americani più difficilmente riescono a coprire. La stessa HouseTrip si è ritirata da diversi paesi europei per concentrarsi su Uk e Francia; inoltre si è specializzata sugli affitti per vacanze che durano una settimana o più, tralasciando gli affitti più a breve termine in cui domina Airbnb. Hailo, servizio britannico concorrente di Uber, ha rinunciato per ora a espandersi negli Stati Uniti e cerca di proteggere il business nelle sue roccaforti, a partire da Londra.
Hailo ha raccolto circa 100 milioni di dollari dalla sua fondazione nel 2010 e questo dimostra che anche in Europa ci sono capitali per le start-up. Del resto in Europa sono nate e cresciute aziende di dimensioni globali come Spotify, il servizio di streaming musicale, e Mojang, produttore del gioco Minecraft acquisito da Microsoft.
In generale, le start-up europee hanno raccolto qualcosa come 7,6 miliardi di dollari l’anno scorso, un incremento del 41% rispetto al 2013, secondo dati di Dow Jones VentureSource. Tuttavia questa cifra è solo un quinto di quanto hanno raccolto le aziende hitech americane, che hanno complessivamente attratto 37,9 miliardi di dollari nel 2014, un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. Il trend registrato in questo inizio 2015 lascia prevedere un vero boom del finanziamento delle start-up hitech negli Usa: qui a gennaio Uber ha annunciato un nuovo round da 1,6 miliardi di dollari. Il gap europeo rischia di allargarsi.