“Con il passaggio dalla Tv lineare alla Tv non lineare, e il ruolo sempre più di primo piano di internet, stiamo assistendo a una serie di cambiamenti epocali. Cambiano le abitudini dei consumatori, e cambiano anche i temi e le modalità di offerta dei prodotti radiotelevisivi. Stiamo assistendo allo sviluppo delle nuove possibilità che vengono dalla combinazione tra la Tv e la rete, tra la Tv e le telecomunicazioni, con i due mercati che diventano sempre più convergenti. Uno scenario che pone due argomenti di fondo: i cambiamenti prodotti sul mercato dal consumo di video online, con l’arrivo di nuovi operatori, e la conseguenza di questa dinamica sulla regolamentazione, sulle condizioni necessarie per garantire la concorrenza. Sia sul versante ex ante, quello propriamente regolatorio, sia su quello ex post, di competenza principalmente dell’antitrust”.
Con queste parole Francesco Sclafani, segretario generale dell’Agcom, ha aperto questa mattina il terzo seminario dell’osservatorio comunicazioni elettroniche di LuissDream (diritto e regole per Europa, amministrazione e mercati), dedicato ai temi della regolazione e della concorrenza nei mercati convergenti.
“Parliamo della fruizione dei contenuti attraverso una molteplicità di piattaforme – ha proseguito Sclafani – che hanno un elemento comune: devono passare attraverso una connessione a banda larga. Un campo in cui quindi è sempre più centrale il tema della neutralità della rete, e in cui si registrano asimmetrie normative tra i broadcaster tradizionali e i fornitori di servizi media audiovisivi via Internet”.
A dare il quadro della situazione prima delle due tavole rotonde, dedicate all’aspetto della rete e a quello dei contenuti, è stato Augusto Preta, ceo di Itmedia consulting, che ha presentato i risultati dello studio sul video on demand in Europa.
“Stanno cambiando sia il mondo dell’audiovisivo sia Internet – sottolinea Preta – Non c’è solo da cogliere quale sia lo stato della situazione, ma è necessario lanciare uno sguardo in avanti. L’impatto del video sul consumo di Internet è in grande sviluppo, grazie al video entertainment che sta cambiando la natura dell’Internet che conosciamo. I contenuti che viaggiano in rete sono destinati a raddoppiare, si sviluppa il mobile, aumenta la durata della fruizione dei video perché le modalità si ampliano grazie alle possibilità offerte dai tablet. Gli apparati consumano sempre più banda per la qualità delle immagini degli standard più avanzati, e nascono nuovi servizi che fanno esplodere la domanda di banda. Solo Netflix nelle ore di punta consuma il 30% della banda in Usa, e insieme a YouTube fanno il 50%. Anche l’Europa si avvia su questa strada. Andiamo verso una riproduzione su mercati più competitivi di dinamiche che già si sono realizzate in Usa”.
Quanto ai riflessi sulla rete, secondo Preta “il Content delivery network è destinato a diventare predominante, e susciterà sempre più l’interesse degli operatori che offrono servizi”. Rispetto ai contenuti, ciò che si sta verificando negli ultimi tempi è “lo sviluppo sempre più forte dei servizi in abbonamento, con la subscription che diventa prevalente rispetto al modello pay per view”. Uno scenario che mette le autorità regolatorie, spiega Preta, “di fronte a sfide importanti, perché c’è da capire quanto questa situazione sia da stimolo alla concorrenza, favorendo l’efficienza del mercato e l’interesse dei consumatori, e quanto favorisca la creazione di nuove concentrazioni di potere”. Quanto alla neutralità della rete, Preta sottolinea che “la discriminazione non è di per sé negativa. Offrire soluzioni adeguate a operatori che chiedono servizi di maggiore qualità può consentire un maggiore sviluppo del mercato, ma in caso di congestioni può ridurre la possibilità di entrare per nuovi soggetti. E’ fondamentale che siano garantiti i Facebook e i Netflix di domani”.
Alla luce di tutto questo sarà necessario intervenire sui mercati, “armonizzando – spiega Preta – le regole per gli operatori di Internet e per i broadcaster. Non è plausibile l’applicazione automatica delle regole nate per i broadcaster all’online, e bisogna fare attenzione a come regolare la situazione degli operatori integrati verticalmente, soprattutto in un quadro di mercati geografici nazionali che sono messi in crisi da operatori globali, dove le dimensioni dei mercati diventano quantomeno continentali”.