LA VERTENZA

Italtel, sì al reintegro con tagli all’integrativo

I sindacati incassano l’ok di due lavoratori su tre al referendum tra i 1.300 dipendenti. Tornano a lavoro entro il 2016 i 127 esuberi. Fim, Fiom, Uilm: “La solidarietà esiste ancora”. L’Ad Pileri: “E’ il miglior accordo possibile”

Pubblicato il 17 Feb 2015

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Alle urne sono andati più dell’80% dei 1.300 lavoratori di Italtel. E di loro due su tre hanno detto sì alla bozza di accordo sottoscritto la scorsa settimana al Mise da sindacati e azienda. La vertenza vedeva in ballo 127 esuberi con ancora due mesi di cassa integrazione davanti a sé, e l’intenzione dell’azienda di ridimensionare la contrattazione integrativa per rispettare i tagli imposti dal piano di rifinanziamento avviato nel 2012.

“Accolgo con entusiasmo il risultato del referendum che ha approvato l’ipotesi di accordo tra azienda e parti sindacali – ha commenta Stefano Pileri, amministratore delegato Italtel – Questo è un accordo importante, il miglior accordo possibile in un contesto complesso come quello che stiamo affrontando a livello aziendale e di sistema Paese. Con il senso di responsabilità che Italtel ha sempre dimostrato e che mi aspettavo di ritrovare, le nostre persone hanno dato il loro consenso a un accordo che da un lato ci permette di salvaguardare l’occupazione e, dall’altro, di accelerare con fiducia il cammino di rilancio intrapreso nell’ultimo biennio nel solco tracciato dal nostro Piano Industriale”.

Anche dai sindacati emerge soddisfazione: “I lavoratori hanno capito il senso dell’intesa – afferma Luca Maria Colonna, segretario nazionale Uilcom – che riporta persone in azienda anche se a prezzo di un sacrificio economico pesante se pur temporaneo”

“La capacità di fare sacrifici in nome della solidarietà c’è ancora. I lavoratori e le lavoratrici Italtel hanno fatto la loro parte – aggiunge Enrico Vacca, delegato Italtel per Fim Cisl nazionale – Ora tocca all’azienda e alle istituzioni fare la loro per dare una prospettiva a questa grande azienda, l’unica in Italia in questo settore, che deve tornare a essere significativa in un campo strategico come le tlc”.

“Siamo contenti come organizzazione perché il risultato non era scontato ed è stata importante la grande partecipazione – afferma Roberta Turi, segretario nazionale Fiom Cgil – Il fatto che un lavoratore su tre abbia detto no però è significativo. C’è soddisfazione, ma ora inizia una riflessione su come fare in modo che torni un consenso maggiore nei confronti dell’operato del sindacato”

Nei dettagli l’accordo siglato la scorsa settimana prevede che i 127 lavoratori ancora in cassa integrazione, in conseguenza del piano di rifinanziamento di Italtel del 2012, potranno contare sul reintegro in azienda entro al fine del 2015, insieme a un piano complessivo di riqualificazione professionale. In cambio i lavoratori accettano una revisione della contrattazione integrativa che consentirà all’azienda risparmi per 2 milioni di euro nel quadro complessivo di taglio dei costi di 8,2 milioni di euro.

L’accordo, che si sviluppa in due anni, si inserisce nell’obiettivo del ritorno in attivo dell’azienda entro al fine del 2015, prevede tre punti chiave: gli ammortizzatori sociali, la riqualificazione del personale e la revisione della contrattazione di secondo livello.

Nel dettaglio, la cig in deroga riguarderà da aprile ad agosto 947 lavoratori (127 in rotazione del 10% e 820 che osserveranno 3 giorno all’anno di Cigd), mentre da agosto a dicembre ci sarà il passaggio alla Cigs per riorganizzazione (rotazione al 10% per 127 e due giorni l’anno di Cigd per 820 persone), e nel 2016 sarà la volta dei contratti di solidarietà per 950 persone con riduzione tra il 14 e il 15%.

“In un contesto complesso come quello che stiamo affrontando a livello aziendale e di sistema Paese, sono convinto che questo sia il miglior accordo possibile – aveva detto dopo la riunione con i sindacati Stefano Pileri, Ad di Italtel – Da un lato infatti consente di salvaguardare l’occupazione, dall’altro ci permette di continuare il cammino di rilancio intrapreso nell’ultimo biennio. Lo sostengo fermamente e sono certo che per il bene di Italtel, che guido con orgoglio dal 2011, sia un passaggio importante per accelerare ulteriormente la crescita sul mercato che ci attendiamo grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti”.

“Con questa intesa, le parti – sottolinea Giampiero Castano, responsabile dell’unità di Gestione delle crisi industriali del Mise – hanno inteso avviare una nuova e positiva fase nella gestione di Italtel. Una fase che, superando le criticità finanziarie e occupazionali che l’hanno contraddistinta per lungo tempo, ora potrà essere caratterizzata da programmi di crescita delle competenze, di ricerca e sviluppo tecnologico, di conquista di nuovi mercati. Anche con questa vertenza – conclude Castano – il Governo conferma di essere fortemente impegnato nel sostegno del settore Tlc e delle imprese più innovative che in esso sono presenti e dunque nel favorire ogni iniziativa societaria realmente finalizzata al rafforzamento di imprese come Italtel”.

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