La tutela dei consumatori non è in dubbio, visto che l’Italia “è uno dei pochi Paesi che ha applicato completamente le norme europee” in questo ambito, ma resta un problema di trasparenza, sulla quale “si può sempre fare meglio”. Questa la priorità espressa dal presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, nel corso di un convegno organizzato a Napoli dalla stessa Autorità, in collaborazione con l’università telematica Pegaso e con l’Ordine degli Avvocati. Al centro della tavola rotonda in particolare la questione della telefonia e delle nuove tecnologie arrivate sul mercato in questo campo.
“Da un lato c’è un problema di rapidità nell’operatività dell’apparecchio – ragiona Cardani – senza dover ricordare a memoria troppi codici, dall’altro c’è il fatto che attraverso i telefoni vengono venduti molti prodotti, utili o meno utili, che spesso finiscono per essere acquistati senza consapevolezza, proprio perché il metodo per dare il consenso è abbreviato”. Per coniugare efficacemente rapidità di accesso ai servizi e sicurezza, l’Agcom ha aperto una consultazione pubblica per lanciare una sorta di “bolletta 2.0”, uno strumento finalizzato ad aumentare la chiarezza nei documenti senza frenare il commercio, ma proteggendo allo stesso tempo l’utente dalle proprie disattenzioni o, “talvolta – fa notare il presidente Agcom – da metodi non limpidissimi di alcuni venditori”. La trasparenza, avverte però il presidente dell’Agcom, “resterà sempre un problema”, perché “non esiste un parametro per valutarla, quindi si può sempre trovare una soluzione migliore”. Sulla stessa linea anche il responsabile della direzione Tutela dei consumatori dell’Autorità, Mario Staderini, che sottolinea la necessità di “aggiornare costantemente le normative in materia, alla luce delle innovazioni tecnologiche, come nel caso degli smartphone”.
Oltre alla “bolletta 2.0”, l’Agcom sta approntando proprio un regolamento di tutela degli utenti nei confronti dei contratti con gli operatori, che sarà incentrato sulle informazioni che in fase precontrattuale e contrattuale gli operatori dovranno comunicare agli utenti, in particolare le condizioni economiche e di recesso, i tempi di attivazione, gli indennizzi e la disciplina di attivazione di servizi a titolo oneroso. Nella risoluzione delle controversie, ha un ruolo importante l’istituto della conciliazione.
Su questo fronte, precisa Staderini, “l’Agcom ha sviluppato, anche attraverso il Corecom e quindi gli organi regionali, un modello invidiato in tutta Europa. Nel 2014, 90 mila utenti italiani hanno svolto conciliazioni presso i nostri organi e questo ha portato alla restituzione sotto forma di indennizzo di 25 milioni di euro, più delle sanzioni messe in atto da tutte le autorità messe insieme”.
Guardando alla Campania, lo scorso anno sono pervenute “15 mila istanze di conciliazione nelle controversie tra operatori e utenti, di cui 7.200 si sono concluse con un accordo, per un totale di 3,6 milioni di euro restituiti e una media orientativa di 80 giorni per risolvere la controversia”. Il presidente emerito della Corte costituzionale ed ex Garante della Concorrenza e del Mercato, Giuseppe Tesauro, si mostra ottimista, ritenendo che “dal punto di vista dei rapporti concorrenziali c’è qualcosa in più a favore del consumatore, che oggi non è più nella posizione marginale rispetto ai mercati che aveva 20 anni fa, ma è un soggetto al pari delle imprese e come tale va tutelato nei suoi diritti e doveri”.