IL RANKING UE

Europa digitale, Italia maglia nera: peggio soltanto Grecia, Bulgaria e Romania

La Commissione Ue pubblica l’indice su economia e società digitali. Ansip: “Lavoriamo a rafforzare la fiducia nei servizi online, dall’amministrazione elettronica ai servizi bancari via web”

Pubblicato il 24 Feb 2015

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Se si dovesse misurare Stato per Stato quanto siano digitali i singoli Paesi Ue l’Italia sarebbe quartultima, al venticinquesimo posto su 28, precedendo soltanto Grecia, Bulgaria e Romania. Sui primi tre gradini del podio ci sono Danimarca, Svezia e Paesi Bassi. Tra gli altri il Regno unito è al sesto posto, la Germania al decimo, la Spagna al dodicesimo, la Francia al quattordicesimo, tutti al di sopra della media europea.

E’ il quadro che emerge dal nuovo indice dell’economia e della società digitali, appena pubblicato dalla Commissione Ue.

Per comporre il ranking i tecnici della Commissione hanno preso in considerazione cinque parametri per ogni singolo Paese: la connettività, cioè quanto è diffusa, rapida e accessibile la banda larga; le competenze digitali; le attività online dei singoli cittadini, dai notiziari agli acquisti; l’integrazione e lo sviluppo delle tecnologie digitali, dalle fatture elettroniche ai servizi di cloud all’e-commerce; e i servizi pubblici via Web, cioè quelli fornite dalla PA e dalla Sanità pubblica. La somma di questi indicatori è servita per stilare la classifica finale.

“I dati dimostrano – si legge in una nota della commissione – che all’interno dell’Ue la digitalizzazione dei paesi non è uniforme e che i confini nazionali continuano a rappresentare un ostacolo a un vero e proprio mercato unico digitale, una delle priorità fondamentali della Commissione Juncker”.

Le conclusioni a cui porta lo studio, sottolineano dalla Commissione Ue, sono che “l’esperienza digitale dipende dal paese in cui si vive”, evidenziando tuttavia che “la maggior parte dei cittadini europei usa internet regolarmente: il 75% nel 2014 (era il 72% nel 2013), con percentuali che variano dal 93% del Lussemburgo al 48% della Romania”.

Una delle richieste che vengono con più forza dai cittadii europei, secondo i risutlti dell’indice, è la richiesta di accesso a contenuti audiovisivi online: “Il 49% degli utenti europei di internet ha utilizzato o scaricato giochi, immagini, film o musica – sottolineano dalla Commissione – e il 39% dei nuclei familiari che possiedono un televisore guarda video su richiesta”.

Quanto all’e-commerce, le piccole e medie imprese incontrano difficoltà: “solo il 15% delle Pmi vende online e meno della metà di questa percentuale vende all’estero”.

La situazione più frammentata riguarda i servizi pubblici digitali, che “sono una realtà quotidiana in alcuni paesi – sottolineano dalla Commissione – ma quasi inesistenti in altri: il 33% degli utenti europei di internet ha utilizzato formulari online per inviare informazioni alle autorità pubbliche, con percentuali che variano dal 69% della Danimarca al 6% della Romania. Il 26% dei medici di famiglia in Europa utilizza prescrizioni elettroniche che vengono trasferite ai farmacisti tramite internet, con percentuali che variano però dal 100% in Estonia allo 0% a Malta”.

“Questi dati dimostrano che l’Europa sta diventando digitale e che i cittadini europei godono di nuovi, eccellenti servizi – afferma Andrus Ansip, vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale – La stragrande maggioranza degli europei usa Internet: i cittadini desiderano accedere a contenuti online e noi dobbiamo facilitare quest’accesso. Un mercato unico digitale può offrire loro un accesso più ampio, aiutare le imprese a innovare e a crescere e rafforzare la fiducia nei servizi online quali l’amministrazione elettronica o i servizi bancari via Internet. La Commissione europea farà in modo che questo accada”.

L’indice digitale dimostra come siano radicalmente cambiate le modalità con cui si guardano i film – aggiunge Günther H. Oettinger, commissario responsabile per l’Economia e la società digitali – le persone guardano ancora le serie preferite in televisione, ma un numero considerevole, pari al 40%, guarda anche video su richiesta e film online. Dobbiamo adattarci alle esigenze dei cittadini e pensare di adeguare la nostra strategia.”

L’indice digitale offre un quadro di contesto che sarà utile per la Commissione Ue nell’elaborazione della propria strategia per il mercato unico digitale, che sarà presentata a maggio. “La strategia – spiegano dalla Commissione – mira a creare le condizioni adeguate affinché le imprese e i cittadini europei facciano un uso migliore delle grandi opportunità offerte dalla tecnologia digitale al di là dei confini nazionali. Con la creazione di un mercato unico digitale nei prossimi cinque anni l’Europa potrà generare fino a 250 miliardi di euro di ulteriore crescita e centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro”.

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