LTE

Huawei: il 4,5G entro il 2016

In attesa del Mobile World Congress, il colosso cinese traccia la rotta per la transizione delle reti mobili verso il 5G. Tra i primi ad adottare in Europa la nuova tecnologia che spingerà le connessioni oltre il muro del Gbps, Vodafone e Deutsche Telekom

Pubblicato il 25 Feb 2015

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Huawei ingrana la quarta (e mezzo) e costruisce l’ecosistema che aiuterà gli operatori telefonici ad affrontare la transizione verso il 5G, che, secondo gli analisti non prenderà piede fino al 2020. Il 4.5G, annunciato come piano di sviluppo lo scorso ottobre sta ora per entrare nella fase operativa e dovrebbe portare le telco (a partire probabilmente in Europa da Vodafone e Deutsche Telekom, con cui Huawei sta lavorando) ad adottare una tecnologia trasparente che attraverso l’upgrade del solo software permetterà alle antenne e all’infrastruttura di rete 4G esistente di sfondare la barriera del Gbps nelle comunicazioni mobili. Il roll out commerciale è previsto per la fine del 2016, e l’LTE advanced porterebbe la velocità di download a picchi di 6 Gbps, con una latenza di 10 ms e circa 100 mila connessioni per kmq. La prossima settimana al Mobile World Congress di Barcellona, quando sarà annunciato un accordo in chiave LTE-M con un non meglio precisato operatore britannico, se ne saprà certamente di più: “Il 4.5 rappresenta un’evoluzione e non una rivoluzione del 4G”, ha spiegato ieri Ryan Ding, president Products and Solutions di Huawei, parlando alla stampa internazionale in occasione di un media briefing organizzato a Londra. “Chi fa il nostro lavoro ha il compito di soddisfare le esigenze del mercato e, ovviamente, crearne di nuove. I mercati più interessanti in prospettiva? Oltre all’Europa, con Uk in testa, sicuramente Corea e Giappone”, ha detto il manager al CorCom.

Nell’ottica di Huawei la nuova tecnologia consentirà al mobile di espandersi sul fronte dei servizi evoluti per i consumatori (a partire da e-commerce, realtà aumentata e fruizione di contenuti in real time e ultra definizione) e su quello del manifatturiero (grazie all’esplosione delle connessioni M2M che porterà all’alba della cosiddetta Industry 4.0) a tutto vantaggio delle telco, che diventeranno gli abilitatori di ogni tipo di esperienza always on. “A patto che siano in grado di elaborare nuovi modelli di business, con un sistema di revenue fondato sul traffico dei dati”, ha precisato Ding. “In questo senso big data e cloud sono fondamentali per elaborare un’offerta end-to-end completa ed effettivamente profittevole: i tempi dei margini sulla pura prestazione di servizi sono finiti”

Sono diverse le iniziative e prodotti che supportano la strategia annunciata da Huawei. “Innanzitutto stiamo costruendo l’ecosistema in cui si muoveranno i vari player di quello che chiamiamo Gigaworld, per traghettare i Tlc network nel cloud, aiutando i carrier a passare dalla filosofia del data center a quella delle piattaforme convergenti, per identificare le corrette value proposition nel nuovo mondo digitale”, ha spiegato San-qi Li, cto Products and Solutions di Huawei, che ha annunciato il varo di un nuovo centro di ricerca a Xi’an. Il laboratorio, nel nome dell’approccio open source, sarà focalizzato sulle multivendor integrated technologies, con particolare attenzione all’aggregazione dei contenuti, alle logiche multiscreen e ai sistemi di digital billing. “Le attività saranno accessibili a partner e contributori direttamente on line, grazia ai mobile device”, ha spiegato Sanq Li.

Maurice Ma, vice president Carrier software business unit di Huawei, ha puntualizzato che il digitale sta ridisegnando il contesto competitivo, perché cambia il comportamento dei clienti. “Le telco si trovano nella fortunata condizione di diventare i digital system enabler di questo cambiamento, ma per creare una nuova catena del valore devono coltivare il Digital being, un concetto di entità che comprende tutto, l’uomo e i suoi device, ed è attorno ai big data che ruota tutto il business del futuro: impossibile governare questa trasformazione se non si colma il gap che presentano le attuali architetture ancora basate su strati di Crm, sistemi di billing, database, os, server x86.Tutti i processi dovranno passare attraverso il cloud”.

Sul lato consumer, il 4.5G rappresenta per Huawei la chiave d’accesso alle killer app del prossimo quinquennio. In particolare, per Bob Cai, vice president of Marketing, Huawei wireless network, “la realtà virtuale è ciò che cambierà il modo in cui guardiamo e viviamo il mondo, dallo shopping alle attività sportive, passando naturalmente per l’intrattenimento”. Anche sul lato dell’hardware, il colosso cinese non vuole essere colto impreparato: Cai ha dunque mostrato il primo drone controllabile attraverso reti Lte, una soluzione resa possibile dalla bassissima latenza del segnale 4.5G, e Smarband, il primo wearable pensato per l’ultrabroadband. “L’Internet of things è la seconda parola d’ordine, soprattutto per l’Industry 4.0, che dovrà contare su affidabilità, latenza minima e longevità delle connessioni, senza dimenticare la questione del consumo di energia”, ha concluso Cai.

Ma se per quanto riguarda la virtual reality parliamo ancora di un contesto futuribile, sul fronte dell’entertainment e dello streaming on line Huawei ha già pronta una soluzione per ottimizzare la fruizione di contenuti ad altissima definizione. “Il 75% degli operatori telefonici considera il video un’importante ipotesi di sviluppo del business, l’85% pensa che sarà utile per offrire ai propri clienti esperienze differenziate”, ha detto Jean Marc Cabrol, America Branch of global solution elite team. “La nostra tecnologia Htr offre una nuova capacità che abilita la strada per l’UHD video. Nello streaming qualità non è semplicemente sinonimo di banda larga, non basta: il video è sensibile ad altri parametri, come difetti delle immagini e lag dovuti al buffering. L’Htr è la risposta per potenziare il throughput, minimizzare i difetti dei video e ottimizzare la trasmissione dei dati migliorando di tre volte il segnale, compensando eventuali ritardi e sfruttando soluzioni per l’identificazione della perdita di pacchetti di dati e per la loro ritrasmissione”.

Ron Raffensperger, responsabile dell’IT Product line, ha infine posto l’accento sulle caratteristiche che dovranno avere i nuovi network. “Sicurezza, agilità garantita dal networking, trasparenza e apertura alle terze parti sono oramai elementi imprescindibili. Ed è sulla base di questo che stiamo implementando la nostra infrastruttura”. Un’infrastruttura ICT, ha precisato Ryan Ding, che sempre più farà perno in egual misura sull’hardware e sul software.

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