Mentre il Governo dialoga con Bruxelles per consolidare la strategia italiana per la banda ultralarga, i piani di infrastrutturazione pubblici proseguono secondo lo schema approvato nel 2012 e implementato a partire dal 2013.
In sintesi, sono due i modelli di intervento in partenariato pubblico-privato oggi in corso di attuazione: il primo (“Incentivo”) prevede finanziamenti a fondo perduto nelle aree territoriali che gli operatori di telecomunicazioni non intendono infrastrutturare nei prossimi tre anni; il secondo (“Diretto”), laddove nemmeno la prima misura riesce a incentivare gli operatori, prevede addirittura la realizzazione delle infrastrutture direttamente ad opera del pubblico, per poi concederne l’utilizzo agli operatori privati . A differenza di molte altre esperienze di intervento pubblico, bisogna riconoscere come il processo stia funzionando, anche grazie alla capacità di recuperare finanziamenti della programmazione europea 2007-2013, che rischiavano di rimanere inutilizzati. Finora, il bilancio è di una decina di bandi del primo modello emessi, di cui solo uno andato deserto, poco meno di 800 comuni coinvolti e lavori che si dovrebbero chiudere nel corso del 2015.
Per il secondo modello, avviato più recentemente, le aggiudicazioni sono ancora in corso e i comuni previsti sono oltre 400. Complessivamente, poco meno di 350 milioni di euro di fondi pubblici messi a disposizione degli operatori per il biennio 2014-2015. Quando il metodo è quasi tutto.