Huawei: il business della banda larga farà aumentare le revenues 2010

In crescita nel 2009 utili e margine operativo, anche grazie al controllo dei costi e al cambio favorevole. Ma la struttura della proprietà resta un mistero

Pubblicato il 01 Apr 2010

Il 2009 si chiude con risultati soddisfacenti per il fornitore
cinese di attrezzature di telecomunicazioni Huawei Technologies:
l’utile netto è più che raddoppiato grazie all’aumento delle
vendite e al cambio favorevole e l’azienda è anche riuscita ad
affermarsi al di fuori dei suoi tradizionali mercati (quelli
emergenti), espandendosi nei Paesi sviluppati, per esempio in Nord
America. I buoni risultati del 2009 si devono anche alle misure per
il controllo dei costi e al miglioramento dei margini
operativi.

Nel dettaglio, l’utile netto del 2009 è salito a 18,27 miliardi
di yuan (2,68 miliardi di dollari) contro i 7,85 miliardi di yuan
nel 2008. Il revenue ha avuto un incremento del 19%, da 125,22
miliardi di yuan a 149,06 miliardi (la crescita è rallentata
rispetto al +33,5% del 2008 a causa della crisi economica, dice
l’azienda). Senza indicare quale percentuale del guadagno sia
generata sui mercati emergenti e quale sui mercati sviluppati, la
Huawei sostiene di essere cresciuta su entrambi i fronti.

Naturalmente il grande vantaggio competitivo che la Huawei offre
rispetto alle rivali è legato ai prezzi, ma anche sul piano della
tecnologia la cinese sta chiudendo il gap. L’anno scorso la
Huawei si è imposta al numero due della classifica mondiale dietro
la Ericsson per market share, secondo dati Gartner, con una quota
che sale dall’11,5% del 2008 all’14,2% del 2009.

L’analista della Gartner Sylvain Fabre fa notare tuttavia che il
divario tra i prezzi offerti dalle cinesi, come Huawei ma anche la
sua rivale Zte, rispetto alle aziende occidentali si sta
restringendo sui mercati maturi. La Huawei stessa sottolinea che il
vantaggio di costo offerto dalla compagnia è più sull’intero
ciclo di vita dell’attrezzatura che sul prezzo di vendita
iniziale.

Quanto alla qualità della tecnologia cinese, per Fabre ormai è
simile a quella offerta dai concorrenti occidentali. La stessa
norvegese Telenor, che a novembre ha scelto la Huawei per un
contratto di sei anni per le attrezzature per una nuova rete
wireless, ha dichiarato che la tecnologia e i servizi della
società di Shenzen sono ormai in linea con quelli proposti dai
vendor europei.

Alcuni aspetti della gestione della Huawei restano meno chiari.
L’azienda ha detto che l’utile netto è salito anche grazie al
fatto che lo yuan è rimasto stabile rispetto al dollaro (mentre
nel 2008 il continuo apprezzamento della moneta cinese rispetto al
biglietto verde e ad altre valute ha fatto perdere alla Huawei 776
milioni di dollari), ma non ha chiarito meglio, dicendo per esempio
in quale valuta abbia venduto i suoi prodotti. Anche la struttura
proprietaria della Huawai resta un mistero. L’azienda sostiene
che la quota di maggioranza è in mano ai dipendenti, ma non rivela
altro.

Qualcosa di più viene svelato sulle previsioni per il 2010: la
Huawei si aspetta un aumento del revenue del 20%, grazie allo
sviluppo del broadband e in particolare ai progressi nella banda
larga mobile, come anticipato dal Chief executive Ren Zhengfei.

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