La trattativa tra le banche creditrici di Italtel e gli azionisti
entra in una fase decisiva: secondo quanto risulta a MF, i fondi
Clayton, Dubilier & Rice (48,8%), Advent International (8,6%) e
Brera Capital (2,2%), che nel 2000 avevano rilevato la
partecipazione in Italtel da Telecom Italia (ora al 20%), non hanno
intenzione di investire più un euro nella società presieduta da
Roberto Quarta e hanno lasciato così a Telecom e Cisco (20% circa)
il compito di ricapitalizzare la società e permetterle di
sopravvivere.
Dal canto loro, i due soci industriali si sono detti pronti a
mettere sul tavolo 50 milioni di nuovo equity, ma a fronte di una
serie di impegni da parte delle banche creditrici: Unicredit,
Interbanca, Banca Popolare di Milano, Ubi Banca, Arab Banking
corporation e Banco Popolare. In particolare, Telecom e Cisco
chiedono alle banche lo stralcio di parte dei 234 milioni di debito
di Italtel e la conversione in strumenti partecipativi del
capitale, la rinegoziazione delle condizioni e delle scadenze del
debito residuo e l’erogazione di nuove linee per il working
capital.
Le banche però hanno finora fermamente escluso la possibilità di
stralciare anche una minima parte del debito. Secondo MF, ieri si
è tenuta una lunga riunione tra banche e azionisti, alla presenza
di Lazard (advisor di Italtel), Mediobanca (advisor di Telecom
Italia), di Dewey&LeBoeuf (advisor legale per le banche) e Labruna
Mazziotti Segni, lo studio legale che affianca Italtel. La
sensazione è che le trattative continueranno a lungo, fino al 22
aprile, data fissata per la prossima riunione del consiglio di
amministrazione di Italtel.