Qual è l’obiettivo di Mediaset, tramite la sua controllata Ei Towers, nel momento in cui avanza un’offerta pubblica di acquisto su Rai Way? L’apertura dei giochi è “a effetto”, e monopolizza l’attenzione della politica e dei mercati finanziari da due giorni, ma si tratta anche di un’iniziativa che non può andare in porto nei termini in cui è stata proposta, visto il vincolo del Governo che prevede che il controllo di Rai Way rimanga in mano pubblica.
A mente fredda i mercati e i commentatori iniziano ad approfondire il caso, e i pezzi del puzzle iniziano a comporsi in modo sempre più intellegibile. Una fonte della Rai, intanto, interpellata dall’Ansa su una comunicazione che sarebbe stata inviata dalla Tv di Stato alla Consob e che avrebbe definito “irricevibile” l’offerta di Ei Towers, fa sapere di non aver ancora risposto alle richieste di chiarimento, e di essere intenzionata a farlo entro lunedì.
Ma è delle ultime ore l’ipotesi di un coinvolgimento di Telecom Italia nella partita in corso sulle torri di trasmissione. Analisti e banchieri d’affari, ricostruisce oggi il Corriere della Sera, intravedono l’avvio di un grande ridisegno dell’infrastruttura fisica delle telecomunicazioni, e vedono possibile il coinvolgimento anche di Telecom, che si accinge a quotare oltre 11.000 delle sue torri racchiuse nella controllata Inwit, valutate oltre 1 miliardo. Lo scenario ipotizzato è un grande polo delle torri in cui confluiscano Rai Way, Ei Towers e Inwit, in una soluzione di sistema in cui non ci sia un unico soggetto con un peso predominante.
Ma non è questo l’unico scenario che coinvolge Telecom Italia. Il Messaggero infatti legge la mossa dell’Opa su Rai Way come una dimostrazione del fatto che Silvio Berlusconi voglia entrare nella partita della banda larga, proponendosi come un interlocutore di primo piano di Telecom Italia. Con l’obiettivo di “supportare i campioni nazionali e frenare l’avanzata di colossi come Netflix”. Uno scenario che, seppure in chiave banda larga, pone anche questo l’accento sulla riforma delle infrastrutture per la trasmissione dei dati, e che si legherebbe così alla “Strategia italiana per la banda larga” varata dal Governo.
Nelle considerazioni molto pragmatiche dei mercati finanziari e degli analisti del settore, la mossa di Ei Towers si risolve in quattro possibilità. La prima è la “Gambit Theory” secondo cui l’obiettivo finale di Fininvest sarebbe quello di distrarre i politici dall’eventuale fusione tra il business Libri di Mondadori e di Rcs. La seconda è la “Long Game Theory”: Ei Towers starebbe aspettando la riforma della Rai che mira a dare maggior potere ai manager. La terza ipotesi è definita da Reuters come “teoria della politica italiana” e ipotizza una mossa tutta politica di Berlusconi, fatta “per segnalare che Berlusconi/Fininvest/Forza Italia e Mediaset rappresentano ancora una forza da non sottovalutare”. La quarta ipotesi è chiamata “teoria di Pac-Man”, secondo cui “Mediaset e Fininvest hanno innescato il deal nella speranza che Rai si offra a sua volta di acquistare Ei Towers, o che emerga un terzo soggetto a guidare il consolidamento”. Proprio questa quarta ipotesi è quella che potrebbe chiamare in causa un ruolo di Telecom Italia, se è vero, come ricostruisce il Corriere della Sera, che “va tenuto conto che le torri di tlc valgono molto più di quelle tradizionali delle tv”.