Oltre sessantamila account internet sono stati cancellati dalle autorità cinesi perché non in linea con una nuova normativa sulle registrazioni online che entrerà in vigore il prossimo primo marzo. Lo ha reso noto oggi la Cyberspace Administration of China, istituita lo scorso anno. Quest’ultima protagonista della Ipo (Opv) record a Wall Street lo scorso settembre quando la società arrivo a valere 230 miliardi di dollari.
“Gli account – sottolinea l’agenzia Xinhua – erano attivi in tutti i tipi di servizi, come microblog, blog, forum e applicazioni di messaggistica istantanea”. Tra le motivazioni per la cancellazione degli account, ci sono la diffusione di notizie non verificate – dal settembre 2013 reato in Cina – la pornografia, i contenuti violenti, fino all’incitamento al terrorismo, con particolare riferimento al gruppo separatista dell’East Turkestan Islamic Movement, che chiede l’indipendenza dalla Cina della regione autonoma dello Xinjiang.
Le regole che entreranno in vigore a partire da domenica prossima amplieranno l’uso del proprio nome anagrafico a un numero più alto di siti internet e di piattaforme on line. Tra i primi gruppi che hanno risposto positivamente all’introduzione delle nuove norme c’è Weibo, il Twitter cinese, che ha già creato un team impegnato nella verifica delle informazioni che circolano on line sulla propria piattaforma.