Reti più performanti, smartphone di ultimissima generazione, pagamenti mobili. Sono questi i temi caldi che emergono nell’edizione 2015 del Mobile World Congress, in corso a Barcellona fino a giovedì. Temi che si intrecciano con quello più “strategico” del nuovo ruolo che le telco e, più in generale i player di settore, devono assumere per affrontare la concorrenza sempre più spietata degli Ott. Sì, perché come avverte Strand Consult, l’industria delle telecomunicazioni mobili deve affrontare oggi più sfide di quante ne abbia mai affrontate in passato, “attaccata dagli operatori Ott da un lato e dai sistemi politici e regolatori dall’altro”.
Ericsson sfodera l’arma del cloud. Il network operator punta infatti a diventare un abilitatore di servizi. Almeno osservando i prodotti e soluzioni che la casa svedese sta presentando al Mobile World Congress. Qualche esempio? Servizi cloud per la gestione del traffico, partnership con Ntt Docomo per la virtualizzazione del network mirata a soluzioni di cloud management, sperimentazioni di gestione di app con l’operatore di Hong Kong SmarTone. Insomma, alla tradizionale attenzione alle reti e alla gestione della loro intelligenza, (con un forte interesse prospettico verso il 5G) tiene banco la possibilità di sfruttare le potenzialità dei nuovi network per offrire servizi basati sulla nuvola.
Non solo gli svedesi, anche i tedeschi credono nelle nuvole. Sap ha presentato Sap Hana Cloud Platform mobile services, pensati, secondo l’azienda, per guidare l’innovazione del business con semplicità, collegando persone, dispositivi e business networks grazie alle esclusive capacità end-to-end di Sap”, che vanno dallo sviluppo all’implementazione sicura delle applicazioni mobile.
L’italiana Italtel ha lanciato una gamma di prodotti che facilitano la migrazione verso delle reti legacy verso una architettura completamente IP. Tre le tecnologie proposte “per indirizzare la trasformazione verso le reti all-IP”: Network Functions Virtualization (Nfv), Software Defined Networks (Sdn), WebRtc e IP Multimedia Subsystem (Ims).
Più virata verso il wireless Alcatel-Lucent che ha annunciato la sua strategia ‘Wireless Unified Networks’, che combina la capacità in upload e download delle tecnologie Wi-Fi e cellulari per assicurare maggiore capacità e offrire agli utenti un’esperienza di alta qualità, per i servizi voce, dati e video in mobilità, in contesti ad elevato traffico o dove il segnale non è ottimale. Questo approccio permetterà agli operatori di combinare le reti Wi-Fi e cellulare – separate – in un’unica rete unificata e senza fili, indoor (case, uffici,…) o outdoor.
Cisco ha presentato innovazioni al portfolio di prodotto per i Service Provider, incluse soluzioni in linea con la propria strategia Intercloud e che potenziano l’architettura aperta dell’azienda su tre livelli: Applications and Services, Evolved Services Platform, Evolved Programmable Network.
Panasonic prevede di iniziare a integrare la connettività mobile fra le sue linee di prodotti, in modo che sia possibile accedere ai nuovi servizi cloud M2M quali il monitoraggio remoto e la raccolta e l’analisi dei dati – aumentando in questo modo l’efficienza e l’affidabilità.
E le telco? Per incrementare i ricavi in uno scenario di crescente competizione, Vodafone ha annunciato il lancio di nuovi servizi televisivi nel Regno Uniti. “Saranno disponibili già nel secondo semestre”, ha detto il ceo Vittorio Colao.
A contendersi con le reti il “palco” non potevano mancare gli smartphone. Samsung e Htc aprono le danze svelando i “gioielli” di fascia alta: il Galaxy S6 e S6 Edge e l’Htc One M9. Una la caratteristica in comune: una grande attenzione al design, ai materiali di pregio (che è una novità per Samsung), cosa che piacerà non solo ai consumatori esigenti ma anche al pubblico business.
Ma quest’anno a Barcellona il grosso degli annunci telefonici è per i prodotti tra i 200 e i 300 euro. Sony, Lg e Microsoft hanno presentato solo modelli di questa fascia di prezzo. La tendenza è tracciata: la fascia alta è ormai ultra-competitiva e troppo ristretta.
Nessun nuovo smartphone per BlackBerry che, invece, scommette sui servizi. La società canadese porta nel cloud il sistema di gestione dei suoi apparecchi di telefonia mobile e servizi di posta aziendale e di sicurezza.
Quest’anno sarà anche l’anno dei pagamenti mobili e dei wearable device. Come evidenzia un report realizzato da MasterCard in collaborazione con Prime Research che ha tracciato il sentimenti consumatori sui social media, oramai le conversazioni che riguardano i temi dei pagamenti innovativi sono cresciute in modo sostanziale, se di considera che nel 2012 lo studio era partito dall’analisi di 85mila post sull’argomento.
Focus anche sui dispositivi indossabili. Secondo una ricerca di Trend Micro il 77% delle imprese ne incoraggia l’uso ma il 95% evidenzia il rischio “infiltrazioni”. Il 2015 anno dell’affermazione dei dispositivi indossabili.
E Huawei innova nel settore dei dispositivi indossabili, presentando il nuovo Watch basato su Android Wear. L’orologio è dotato di un display touch-sensitive Amoled da 1,4 pollici, lente in vetro zaffiro antigraffio, telaio in acciaio inox forgiato a freddo, cardiofrequenzimetro e sensori di movimento a 6 assi. Si tratta del primo smartwatch della famiglia dei dispositivi indossabili di Huawei.
Ma oltre a reti performanti, device all’avanguardia e servizi innovativi serve un contesto economico e regolatorio solido. A questo, come evidenziato nel suo intervento a Barcellona dal commissario Andrus Ansip, serve il Mercato Unico digitale.
Il Mercato unico digitale serve a superare il digital divide e permettere a tutti gli europei di godere di servizi e contenuti online, ovunque, per il lavoro, lo studio o il tempo libero. “E’ l’equivalente del diritto alla non-discriminazione”, ha detto Ansip. “Tutti devono capire i benefici dell’accesso a Internet e avere le competenze e gli strumenti per usarlo. Dobbiamo costruire la fiducia nei servizi online, proteggendo i dati personali, o nessuno vorrà usarli”. Ma costruire il Mercato unico digitale vuol dire anche poter contare sull’accesso a reti e servizi di comunicazione all’avanguardia, veloci, affidabili, sicuri. “Non ci può essere progresso nella realizzazione del Digital Single Market se non c’è progresso nelle telecomunicazioni”, ha sottolineato Ansip; “ecco perché il Telecoms Single Market è così importante”.