Al Mobile World Congress di Barcellona i produttori di reti e apparati provano a rispondere anche a questa domanda: come faranno le nuove reti a supportare il boom del traffico, soprattutto di contenuti mobili, e alla crescita delle velocità di accesso, sulla strada che ci sta portando dal 4G al 5G?
La risposta è: con un mix di tecnologie e soluzioni, alcune poco ortodosse rispetto alle classiche reti mobili a cui siamo stati abituati in tutti questi anni.
Già, perché la sfida per gli operatori sarà adesso quella di ottimizzare le frequenze disponibili, senza doverne necessariamente comprare altre all’asta nel breve periodo.
Tra le tecnologie, spiccano quindi le small cell, la virtualizzazione delle reti (sempre più spinta), l’Lte-U (utilizzo di frequenze libere del Wi-Fi), una migliore integrazione tra rete mobile e Wi-Fi. Il tutto deve andare di pari passo con l’aumento della velocità di picco- e a proposito a Barcellona si sono visti anche i primi chip Lte Cat.11 con Qam 256 a 600 Megabit. Per supportare le nuove prestazioni e il picco di traffico previsto, è necessaria anche una maggiore intelligenza complessiva di rete.
Alcatel Lucent è uno dei vendor che ha fatto annunci in tutti questi ambiti, con Qualcomm. La virtualizzazione delle reti, persino del radio access network, permette di ottimizzare le risorse e di avvicinare i contenuti video (caching) all’utente. Ma anche a gestire la crescente complessità delle reti gestite dagli operatori, che saranno sempre più costretti a ricorrere al Wi-Fi per scaricare il traffico (senza che l’utente si accorga di essere su una rete diversa dalla solita) e a small cell per risolvere le congestioni.
Anche Huawei ha mostrato le small cell, che sta installando in giro per il mondo grazie ad accordi: in 500 fermate del bus in Olanda, in mille lampioni a Shangai, a dieci mila cartelli pubblicitari in Francia. Le small cell che abbiamo visto al Mobile World Congress possono essere piccole (Picocell), per uffici, connessi alla fibra ottica. Oppure essere più grandi, per aeroporti e centri commerciali e collegate direttamente alla rete dell’operatore.
Huawei ha mostrato anche una soluzione server che un operatore può installare in un centro commerciale, a cui dare così servizi per i clienti: contenuti locali, pubblicità, coupon. Tutto questo può anche rispecchiare il profilo del cliente, identificato grazie alla sua carta fedeltà che può essere integrata in un’app su cellulare. Si apre quindi, con le small cell, una nuova possibilità di ricavi per gli operatori mobili.
Per evitare le congestioni, tornerà utile anche la tecnologia Lte Broadcast, per mandare a pioggia contenuti specifici a una grande massa di utenti presenti nello stesso luogo: Ericsson, Qualcomm e Facebook hanno annunciato una partnership a riguardo.
Hans Vestberg, presidente e Ceo Ericsson, durante la conferenza stampa il giorno dell’apertura del Mobile World Congress di Barcellona, ha fatto quattro previsioni: “le persone guarderanno più video in streaming on-demand che canali TV su base settimanale; i video genereranno la metà del traffico dati su dispositivi mobili; la crescita degli abbonati Lte supererà l’80%; la copertura della banda larga mobile sarà di circa il 70%. Queste sono le potenti forze del cambiamento nonché nuove opportunità per l’industria ICT e altri settori verticali”. Le nuove tecnologie serviranno a supportare questo, in attesa del 5G, che arriverà dopo il 2020 (la Commissione europea intende scommettere 700 milioni di euro sul 5G).
Già gli attori ci stanno lavorando (Ericsson e Huawei hanno mostrato alcuni primi router e antenne). Il 5G avrà una complessità ancora maggiore, possibile grazie a una rete del tutto nuova (ma per questo richiederà ulteriori investimenti degli operatori) e a frequenze finora non utilizzate, in uno spettro radio molto elevato. Ma prima del 5G bisognerà tirare fuori il meglio del 4G e le nuove tecnologie serviranno proprio a questo.