L’edizione 2015 del Mobile World Congress di Barcellona è entrato subito nel vivo con una delle questioni che più stanno a cuore ai giganti dell’hitech: portare “Internet a tutti”. E’ questo l’impegno ribadito da Google: che sia con la fibra ottica del progetto Google Fiber, i palloni aerostatici del Project Loon o la telefonia mobile, l’obiettivo di Mountain View è connettere tutto il mondo, anche le aree più remote – del resto, più le persone sono connesse più usano i servizi di Google e guardano le sue pubblicità, alimentando il modello di business del gigante di Internet.
E’ stato Sundar Pichai, vicepresidente di Google e capo dei prodotti Android e Chrome, nel suo keynote di Barcellona, a illustrare i passi in avanti dei Project Loon e Google Fiber. “Stiamo creando un backbone per poter fornire connettività”, ha detto Pichai. “Lavoreremo con i carrier di tutto il mondo perché possano fornire servizi sul nostro backbone. Vogliamo concentrarci su progetti che servono miliardi di utenti e fanno la differenza nella vita di tutti i giorni delle persone”.
Ma a catturare l’attenzione di stampa e operatori mobili è stato un altro annuncio: Pichai ha confermato l’intenzione di Google di diventare operatore telefonico virtuale. La notizia era già trapelata sulla stampa americana a fine gennaio, ma ora arrivano le parole ufficiali del top manager di Big G: si tratterà di un progetto sperimentale limitato agli Stati Uniti che metterà insieme reti cellulari e connettività wi-fi. Come Mvno, Google comprerà l’accesso alle reti mobili di operatori esistenti per poi vendere suoi piani tariffari. Il mese scorso erano stati fatti i nomi di Sprint e T-Mobile Us, ma da Barcellona Pichai non ha confermato.
Pichai ha invece cercato in tutti i modi di rassicurare le telco: non è intenzione di Google competere con gli operatori esistenti come At&t o Verizon; lo scopo è migliorare la loro performance dimostrando quello che la tecnologia permette di fare.
Anzi, Google starebbe già trattando con le telco per “mostrare alcune innovazioni, come chiamate che si riconnettono in automatico se la comunicazione si interrompe. Vogliamo abbattere i limiti dei servizi di connettività”, ha spiegato Pichai. In particolare, Google vuole capire come rete mobile e wi-fi possono funzionare insieme senza interruzioni: gli utenti della rete virtuale di Google, ha detto Pichai, potranno passare senza soluzione di continuità tra segnale cellulare e segnale wi-fi ma anche tra torri mobili di operatori concorrenti, “selezionando” la rete che offre il segnale migliore nel dato luogo e momento.
Il progetto di Google come Mvno, ha continuato Pichai, segue il modello dei device Nexus: smartphone e tablet low cost ma con alte prestazioni realizzati in partnership da Google con produttori diversi, tra cui Samsung e Lg, e su scala limitata. “Non vogliamo essere un operatore di rete su vasta scala”, ha detto Pichai. “Tutte le innovazioni nell’informatica avvengono all’intersezione tra hardware e software. Per questo facciamo i device Nexus. Siamo in una fase in cui è importante pensare a hardware, software e connettività insieme”.
Pichai ha confermato anche un’altra notizia su cui da tempo si specula: Google sta lavorando ad Android Pay, non una nuova app per i pagamenti mobili, bensì una vera e propria piattaforma software (come Android per il mondo degli smartphone) sulla quale gli sviluppatori potranno costruire servizi diversi e non necessariamente concorrente col Samsung Pay pure presentato a Barcellona.