“L’ipotesi Telco 2 per il mercato chiama in causa Fininvest”. Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che in vista della possibile costituzione di Telco2 “sul mercato si è affacciata la suggestione Fininvest che ha appena fatto cassa su Mediaset, alzando la scorta di liquidità a circa mezzo miliardo, cui potrebbe aggiungersi un altro miliardo con la vendita forzata della residua quota in Mediolanum”.
Risorse che non sono destinate a sostenere le due operazioni messe in pista dal gruppo del Biscione -l’Opa di Ei Towers su Rai Way, l’offerta di Mondadori per Rcs Libri- che, se andranno avanti, saranno entrambe interamente finanziate a debito.
Fininvest però, prosegue il giornale, si chiama fuori. Difficile infilarsi in una partita così complicata e delicata avendo come azionista Silvio Berlusconi. E poi per cosa?, si interroga il quotidiano sottolineando come “certo Mediaset spera ancora di poter stringere un’alleanza industriale con Telecom Italia per Mediaset Premium, ma anche lì la strada è tutt’altro che spianata”.
Intanto, precisa il quotidiano, è da capire che ruolo avrà Vivendi, o meglio Vincent Bollorè, in Telecom. Il finanziere bretone, conclude il giornale, ha pensato a consolidare la sua posizione nella public company transalpina, sia nell’azionariato – dove è appena salito dal 5,1% all’8,15%, distanziando gli altri principali soci (tra cui la Cdp francese che ha il 3,45%)- sia nel consiglio di sorveglianza nel quale, il prossimo 15 aprile, entreranno due uomini a lui vicini a sostituire gli amministratori in scadenza. Uno è Tarak Ben Ammar, ben conosciuto in Italia -amico storico di Berlusconi, consigliere di Mediobanca e di Telecom – e l’altro è Dominique Delport, direttore generale di Havas, controllata dal gruppo Bollorè. Poi, dalla primavera, si vedrà