“L’approvazione del Piano nazionale Banda ultra larga da parte del Consiglio dei Ministri è un fatto estremamente positivo, in quanto si tratta di 6 miliardi di euro di investimenti che hanno per la prima volta l’obiettivo di portare l’Italia ai vertici europei per innovazione e competitività. Un altro aspetto innovativo che condividiamo pienamente sta nel fatto che al centro di tutta l’operazione c’è il cittadino, che beneficerà di servizi pubblici più veloci ed efficienti. Ma anche e soprattutto gli imprenditori trarranno grande vantaggio da un’alta connettività anche nelle aree più periferiche. Come Anitec abbiamo partecipato alla consultazione indetta dal Governo e non possiamo che essere lieti di questo importante passaggio. Il piano, inoltre, come auspicato tiene conto anche del principio della neutralità tecnologica nella scelta delle soluzioni da adottare a seconda dei casi. Le nostre imprese sono pronte e desiderose di collaborare con il Governo nell’attuazione concreta del piano”. È quanto dichiara Cristiano Radaelli, Presidente di Anitec, Associazione Nazionale Industrie Informatica, Telecomunicazioni ed Elettronica di consumo, cofondatrice di Confindustria Digitale.
Per il Piano ultrabroadband il governo ha messo sul piatto risorse pubbliche per 6 miliardi (a cui si sommano i fondi collegati del Piano Juncker) con l’obiettivo di superare gli obiettivi indicati dall’Agenda digitale europea: si punta infatti ad arrivare al 2020 con l’85% della popolazione raggiunta da connessioni a 100 Mb (il piano europeo fissa la soglia del 50% della popolazione) e connessioni a 30 Mb per tutta la popolazione. In dettaglio il piano prevede una suddivisione del territorio per lotti: 4 i cluster che saranno sottoposti a strumenti di agevolazione e partenariato pubblico privato”. Il tutto garantendo la neutralità tecnologica.
Ci sono inoltre agevolazioni tese ad abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi; coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti; adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo; incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie per promuovere il “salto di qualità”; incentivi pubblici per investire nelle aree marginali; realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato.