Ericsson ha intenzione di affidare a Jabil, e nello specifico allo stabilimento di Marcianise, alcune attività che oggi vengono svolte da un fornitore della multinazionale in Malesia. Con un investimento ulteriore di due milioni di euro rispetto ai sei milioni già annunciati dalla casa svedese per il triennio 2015-2017.
E’ questo uno dei segnali di novità emersi dall’incontro tra i sindacati e i vertici di Ericsson e Jabil che si è svolto ieri pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del Comune di Marcianise e dell’assessore al Lavoro della Regione Campania.
“Le attività – spiegano in una nota Roberta Turi e Massimiliano Guglielmi, che in Fiom sono rispettivamente segretario nazionale e segretario generale a Caserta – porterebbero lavoro per ulteriori 40 risorse. La Ericsson ha ribadito inoltre che manterrà gli impegni presi nell’accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali a giugno scorso, che prevedeva l’arrivo in Italia di attività legate alla telefonia mobile, svolte fino ad ora in Estonia. Ericsson e Jabil garantirebbero, in sintesi – spiegano dal sindacato – attività sufficienti a occupare a tempo pieno 330 lavoratori nel triennio 2015-2017, gestendo con la cassa integrazione a rotazione i restanti 100 lavoratori in esubero”.
Secondo i metalmeccanici della Cgil “le ultime proposte dell’azienda rappresentano una novità ma allo stesso tempo consideriamo ancora insufficienti le garanzie complessive. La Ericsson deve fare un vero passo avanti rispetto all’arco temporale delle garanzie previste – affermano Turi e Guglielmi – il triennio 2015-2017 è troppo breve per consentire alla Jabil di rilanciarsi. Rispetto alle attività, riteniamo necessario che entrambe le aziende debbano portare a Marcianise più lavoro al fine di saturare tutti i lavoratori”.
Il tavolo al Mise, Coordinato da Giampiero Castano, responsabile dell’unità di gestione delle crisi, è stato così aggiornato al 9 marzo.
“Il governo – sottolineano Turi e Guglielmi – deve intervenire in maniera decisa sulle due multinazionali per rendere possibile un accordo, oggi ancora lontano, che garantisca occupazione e attività strategiche per il paese”.
“Martedì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato il piano banda ultralarga – concludono annunciando per lunedì un presidio sotto al Mise e uno sciopero di otto ore – Uno degli obiettivi fondamentali di quel piano deve essere quello di salvaguardare l’occupazione nel settore delle telecomunicazioni, oggi fortemente in crisi, anche favorendo le imprese che mantengono in Italia la produzione manifatturiera e la ricerca e sviluppo”.