LE SANZIONI

Antitrust, multa da 1,5 mln alle telco per i servizi di “recall”

Sotto la lente dell’Authority le modalità di attivazione di alcune offerte a pagamento: Telecom, Vodafone e Wind avrebbero “affibbiato” ai consumatori forniture non richieste acquisendo implicitamente il loro consenso. E il Codacons pensa a una class action

Pubblicato il 06 Mar 2015

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Una multa da un milione e 495mila euro per Telecom, Vodafone e Wind per aver messo in pratica pratiche commerciali scorrette. A deciderlo è stata l’autorità garante della concorrenza e del Mercato. Una decisione che è stata immediatamente sfruttata dalle associazioni dei consumatori, con Codacons che ha chiesto che gli operatori predispongano i rimborsi per gli utenti interessati.

Telecom sarà chiamata a pagare 400mila euro, e Vodaofne 500mila, per “pratiche commerciali scorrette” legate alla trasformazione dei cosiddetti “servizi di reperibilità” (“Lo sai” e “Chiamaora” nel primo caso e “Chiamami” e “Recall” nel secondo) da gratuiti in servizi a pagamento, spiegano dall’Antitrust: “la scorrettezza della condotta – si legge in una nota dell’Authority – consiste nell’aver mantenuto attivi questi servizi sulle Sim vendute prima del 14 giugno 2014, anche dopo la loro trasformazione in onerosi, imponendo ai clienti l’acquisizione implicita del consenso a fruirne se non avevano provveduto di propria iniziativa a disattivarli. Ai sensi del Codice del Consumo, queste condotte sono state ritenute pratiche commerciali di per sé aggressive, consistenti in forniture non richieste”.

“La sanzione a Telecom Italia e Vodafone per pratiche commerciali scorrette è l’ennesima vittoria del Codacons contro lo strapotere dei gestori telefonici” spiegano dall’associazione dei consumatori. “Ora le due compagnie, a seguito dell’accertata scorrettezza delle pratiche poste in essere, dovranno rimborsare gli utenti riaccreditando su conti e schede prepagate le somme spese per i servizi di reperibilità – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – se ciò non accadrà, sarà inevitabile una class action contro i due operatori”.

L’Agcm ha inoltre “irrogato una sanzione di 150mila euro a Vodafone, per una violazione del diritti previsti dallo stesso Codice in attuazione della direttiva europea “Consumer Rights”. Per le sim commercializzate dopo l’entrata in vigore della nuova normativa, l’operatore ha adottato infatti una modulistica che prevede l’acquisizione implicita del consenso del cliente a sostenere il costo supplementare per i servizi di reperibilità”.

“In un terzo provvedimento, l’Antitrust ha sanzionato Wind Telecomunicazioni S.p.A. con una multa di 250mila euro per un’altra pratica commerciale scorretta: l’attivazione unilaterale di un servizio oneroso denominato ‘Service card’ a carico dei clienti di telefonia mobile. Si tratta, secondo l’Agcm, di una pratica aggressiva che consiste nell’aver esercitato una pressione tale da limitare considerevolmente la libertà di scelta e di comportamento dei consumatori”.

“Gli stessi operatori, infine – proseguono dall’Antitrust – sono stati coinvolti in altri tre procedimenti relativi alla distribuzione degli elenchi telefonici cartacei. Questo servizio è stato escluso dagli obblighi di fornitura dal decreto legislativo 70 del 2012. La condotta oggetto delle verifiche dell’Autorità è consistita nell’omissione informativa sulla possibilità di rinunciare alla fornitura degli elenchi e quindi all’addebito in bolletta dell’importo relativo”. Su questa istruttoria l’Antitrust ha accolto gli impegni di Vodafone e Telecom “di comunicare tale facoltà, tramite web o fattura, a beneficio dei consumatori”. E’ stata sanzionata invece Wind, per la pratica commerciale relativa ai vecchi abbonati e poi ai nuovi, per i quali l’operatore non prevede l’acquisizione del consenso espresso al pagamento di un costo supplementare per il servizio di distribuzione degli elenchi. La multa è di 95mila euro per l’omissione informativa e di 100mila per la violazione dell’art. 65 del Codice del Consumo riguardante i nuovi abbonati.

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