RETI

Tiscar: “Switch off del rame non sia un tabù”

Il vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio: “Bisogna guardare al futuro della rete esplorando tutte le soluzioni, soprattutto regolatorie, per dare certezza agli operatori”

Pubblicato il 11 Mar 2015

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“Il superamento della rete di rame all’estero è argomento di dibattito pubblico. In Francia c’è una commissione tecnica per lo spegnimento del rame e il passaggio al digitale. In Gran Bretagna c’è lo stesso dibattito. Qui non c’è dirigismo, ma il tema esiste, con tutte le cautele del caso”. Così il vicesegretario generale della Presidenza del Consiglio Raffaele Tiscar, nel corso della presentazione del Piano Banda Ultra Larga della Regione Lazio. “Lo stesso livello di servizi va garantito anche sulla rete digitale – ha aggiunto – Pensare che il rame venga superato è uno scandalo o un intervento statalista? Parliamone. Non stracciamoci le vesti perché osiamo parlarne. Poi troveremo soluzioni. Questa è l’Italia del futuro, in cui vivranno i nostri figli. Usciamo dai tabù, parliamo di futuro, esploriamo tutte le soluzioni, non ultima quella della regolazione. Questo offre un quadro potenziale di certezze che diamo agli operatori, in cui diciamo che investire in Italia è possibile” ha concluso

Parlando del piano del governo sulle Ngn, Tiscar ha detto che “il governo è consapevole che in realtà la partita sulla banda ultra larga si misura su un arco che supera il 2020. Dobbiamo recuperare un gap importante, usare risorse economiche per innescare un processo virtuoso, o rischiamo di rimanere nelle parti basse del ranking internazionale a lungo, perdendo opportunita’ di ricchezza”.

“La parte più sfidante è l’obiettivo della connessione a 100Mbps del 50 per cento della popolazione – ha aggiunto – perché per condizioni oggettive abbiamo solo il 5% della popolazione connessa a questa velocità. La difficolta deriva anche dalla consuetudine da parte degli operatori a essere cauti negli investimenti quando il mercato non offre stimoli al ritorno economico. Ma così il Paese non farà mai un salto qualitativo. Per questo guardiamo oltre l’ obiettivo 2020, perché poi ci saranno obiettivi sempre più sfidanti. Se non investiamo nell’ infrastruttura ora, perderemo costantemente la partita. Non è dare sussidio agli operatori, ma un cambiamento di paradigma. E’ il Paese che definisce gli obiettivi della comunità, non gli operatori con i loro piani industriali. In quante cose una piattaforma digitale può rendere più semplice la vita quotidiana? Quanta spesa può essere
risparmiata? Non è solo trasformare i fax in pdf – ha concluso il dirigente di Palazzo Chigi – E’ ripensare il ruolo pubblico a favore del cittadino. Nel Piano non ci sono solo i soldi, l’aspetto regolatorio è fondamentale”.

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