RISTRUTTURAZIONI

Ericsson prosegue nei tagli in Svezia: 2.200 nuovi esuberi

L’azienda dà il via a un nuovo piano di contenimento dei costi dopo quello di novembre 2013: risparmi per un miliardo di euro in tre anni. I tagli nell’R&D e nella catena di approvvigionamento. 1.125 i licenziamenti solo a Stoccolma

Pubblicato il 12 Mar 2015

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Nuovi tagli in vista per Ericsson. Dopo il piano di ristrutturazione annunciato a novembre 2013, l’azienda svedese di telecomunicazioni, da’ il via a un nuovo step per la riduzione dei costi, che prevede 2.200 ulteriori licenziamenti in Svezia.

La ristrutturazione, si legge in una nota dell’azienda, sarà mirata soprattutto su due settori, “ricerca e sviluppo” e “catena di approvvigionamento”.

Secondo i calcoli fatti dall’azienda il nuovo piano di riduzione dei costi consentirà risparmi complessivi per 9 miliardi di corone svedesi, circa un miliardo di euro, da qui al 2017.

Due le ragioni principali che hanno spinto l’azienda svedese a prendere questa decisione: “Da una parte – dichiara Hans Vestberg, direttore generale del gruppo, all’agenza di stampa TT – un cambiamento strutturale nella produzione, nella ricerca e nello sviluppo; dall’altra i miglioramenti dell’efficienza”.

Risale invece all’autunno l’annuncio di Ericsson di voler puntare in modo sempre più deciso sul proprio core business, la rete, per migliorare le proprie prestazioni e i propri prodotti in termini di competitività. Così la casa svedese ha smesso di sviluppare i modem per i telefoni portatili, sia a fronte di una concorrenza troppo aggressiva sui prezzi sia perché i suoi prodotti si trovavano ad affrontare una competizione sempre più spietata sul mercato.

Le decisione di Ericsson di tagliare proprio in Svezia 2.200 posti di lavoro arriva due giorni dopo un annuncio analogo di Sony, che aveva manifestato la volontà di sopprimere circa mille posti di lavoro nel Sud del Paese, in uno stabilimento ereditato dalla ex joint venture con Ericsson.

I tagli di Ericsson ricadranno sugli stabilimenti distribuiti su tutto il Paese, anche se la città più interessata sarà Stoccolma, dove sarebbero stati individuati 1.125 esuberi, mentre è prevista la chiusura dello stabilimento di Katrineholm, nel Sud-Est della Svezia, che dà lavoro a 400 persone.

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