“Non c’è privacy senza sicurezza, ma se per garantire la sicurezza si violano i diritti delle persone, questa sicurezza diventa sgradita ai cittadini”. Caosì Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, ha definito la via, che i fatti di cronaca recenti hanno mostrato come stretta e tortuosa, che corre tra due settori profondamente connessi tra loro: la privacy dei cittadini e degli utenti dei servizi online da una parte, e il loro diritto alla sicurezza dall’altra.
Il presidente dell’Authority ne ha parlato oggi a “Voci del mattino”, su Radio 1: “Nella nostra società e nella nostra vita, sempre più informatizzate – ha detto – dobbiamo essere molto attenti alla protezione dei nostri dati. Il crimine organizzato e il terrorismo sempre di più si avvalgono di queste banche dati, di questo patrimonio informativo. Per cui se vogliamo evitare un ’11 settembre digitale’ dobbiamo evitare quelle raccolte indiscriminate, massicce di informazioni, che rischiano di essere a un tempo ingestibili e attaccabili dagli hacker”.
Sia chiaro – precisa Soro– gli organi di sicurezza, i servizi segreti è giusto che raccolgano tutte le informazioni possibili, ma devono proteggerle nel modo migliore. Noi abbiamo a disposizione ricerche recenti e autorevoli sullo stato dell’arte, diciamo così, delle banche dati italiane: Comuni, Asl, Regioni, ma anche banche dati centrali, che rivelano uno standard di protezione dati assolutamente insufficiente”.
“Dobbiamo superare anche un problema culturale – prosegue Soro – La nostra vita si è trasferita molto nella dimensione digitale, pertanto la protezione dei dati diventa il presupposto della tutela di tutti gli altri diritti. Deve farsi strada la convinzione che la protezione dei dati è il primo diritto, cosi miglioreranno anche le tecniche e le strutture preposte a questa protezione. Non voglio rassegnarmi all’idea che sia ineluttabile che i nostri dati non siano adeguatamente protetti, perché significherebbe che la nostra stessa vita fisica è a rischio di intrusioni indesiderate”.