Il contenzioso tra la Tv di Stato e la piattaforma satellitare guidata da Andrea Zappia dura da anni: da una parte la Rai che oscura i “pezzi pregiati” del proprio palinsesto (comprese le partite della nazionale di calcio e gli eventi sportivi) su Sky, dall’altra la pay Tv che sostiene che il palinsesto del servizio pubblico debba essere integralmente trasmesso su tutte le piattaforme, Sky compresa. Dopo una serie di ricorsi e di cause, alcune delle quali ancora pendenti, l’Agcom è intervenuta sulla materia e ha approvato ieri a maggioranza una delibera che potrebbe mettere fine al contenzioso. Il provvedimento, passato con in voti favorevoli del presidente Angelo Marcello Cardani e dei consiglieri Antonio Nicita e Antonio Martusciello, prevede da una parte che la Rai non possa oscurare alcun programma su Sky, e dall’altra che Sky debba pagare un corrispettivo per la trasmissione della programmazione di Viale Mazzini. La Rai, anticipa Aldo Fontanarosa su Repubblica, dovrà sottoporre entro 30 giorni alla pay tv una proposta di contratto annuale “equa, proporzionata e non discriminatoria”, rinnovabile di anno in anno.
La discussione in Agcom sarebbe ruotata intorno ai termini del contratto di servizio Rai, e all’interpretazione degli articoli che normano la presenza della tv pubblica sulle diverse piattaforme televisive: si è trattato di stabilire cioè se viale Mazzini abbia la facoltà di scegliere dove trasmettere, o se debba fare tutto il possibile per trasmettere ovunque.
L’iter della delibera del Garante era iniziato a giugno 2014, ma il confronto tra le due aziende andava avanti da molto più tempo, con tanto di tensioni e dichiarazioni polemiche del direttore generale della Rai Luigi Gubitosi e dell’Ad di Sky Italia Andrea Zappia. Nella delibera l’authority chiarisce anche che la Rai non dovrà più accampare la motivazione dei diritti dei fornitori dei programmi per alcuni degli oscuramenti, come succede al esempio per molti eventi sportivi: dal momento che la Rai manda in onda i programmi in chiaro e gratuitamente, delibera l’Agcom, non ci sono ostacoli alla messa in onda anche su Sky, che però dovrà premurarsi di utilizzare sistemi tecnologici che non consentano la visione dei programmi interessati al di fuori dell’Italia. A motivare la decisione di prevedere un corrispettivo economico per la trasmissione dei programmi Rai, l’Agcom cita da una parte il rilievo dei programmi della tv pubblica, e dall’altro anche il “valore reputazionale” del brand di viale Mazzini.