Web reputation, Previti: “Aziende italiane pronte a raccogliere la sfida”

L’avvocato a CorCom: “Il brand online sempre più centrale nel business, ma serve un sistema di monitoraggio costante per rilevare eventuali distorsioni”. E avverte: “Attenzione al ruolo che svolgono gli aggregatori”

Pubblicato il 23 Mar 2015

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Internet e le insidie che da un suo utilizzo illecito possono derivare all’immagine aziendale saranno il tema del 2° Convegno promosso dall’Osservatorio Web e Legalità in programma a Roma, il 16 aprile 2015, presso la Luiss dal titolo, “Web e Legalità 2. La reputazione aziendale”. Testate giornalistiche e siti concorrenti, motori di ricerca ed aggregatori di contenuti, social network, blog e forum di discussione e portali delle recensioni degli utenti costituiscono al tempo stesso una grande opportunità di comunicazione e visibilità per molti soggetti ma celano, se utilizzati in modo disinvolto e scorretto, grandi rischi per l’immagine e la notorietà delle imprese, faticosamente costruite con anni di lavoro e investimenti.

Della crescente importanza di queste problematiche è convinto l’avvocato Stefano Previti, Partner dello Studio Previti Associazione Professionale, che spiega a CorCom l’impatto che le distorsioni della web reputation possono provocare alle aziende.

Avvocato, le aziende italiane sono pronte a raccogliere la sfida?

Rileviamo un interesse sempre crescente rispetto a queste tematiche data la pervasività di Internet e l’importanza sempre maggiore che il brand “online” va ad assumere.

In questo senso a quali rischi vanno incontro le aziende?

I contenuti presenti sul web sono facilmente accessibili e caratterizzati da una notevole velocità nel processo di diffusione. Inoltre, si tratta di contenuti che restano disponibili per lungo tempo al pubblico. I contenuti possono provenire da utenti, clienti, concorrenti ed essere particolarmente aggressivi: affermazioni false e giudizi non veritieri possono creare danni irreparabili all’attività di qualsiasi impresa.

Cosa possono fare le aziende per reagire a queste situazioni?

È necessario utilizzare sistemi di monitoraggio costante, per avere sempre e in tempo reale cognizione di cosa viene pubblicato e da chi. E’ poi fondamentale riconoscere il ruolo degli intermediari: la responsabilità non può fermarsi all’autore materiale dell’illecito, ma deve estendersi a coloro che veicolano e facilitano la divulgazione del messaggio illecito. Emblematico è il caso di Tripadvisor, recentemente oggetto di un provvedimento del Tribunale di Venezia che ne ha accertato la responsabilità per aver facilitato l’illecito altrui con la propria condotta omissiva: il portale è responsabile dei commenti denigratori e falsi pubblicati da un utente.

Quali sono gli strumenti legali a disposizione delle aziende che vedono lesa la web reputation?

Lo strumento più immediato è la diffida con cui si chiede all’intermediario tecnico di rimuovere immediatamente il contenuto. Si tratta di un’azione che nel 60%-70% dei casi ha successo.

E se invece la diffida non ha effetti?

E’ sempre possibile agire in via cautelare, chiedendo l’inibitoria del comportamento illecito ed evidenziando l’attualità del pregiudizio e la sua irreparabilità in considerazione della potenzialità lesiva e diffusiva del mezzo utilizzato. Infine, ovviamente, promuovere un giudizio di merito per ottenere in via definitiva la tutela inibitoria e il risarcimento dei danni subiti.

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