Privacy Officer, Aica e Federprivacy in campo per la formazione

Siglato un accordo quadro per l’acquisizione degli skills giuridici e informatici dei professionisti della Data Protection in vista del varo delle nuove norme Ue, previsto per maggio

Pubblicato il 24 Mar 2015

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E’ atteso per il mese di maggio lo sprint finale per l’approvazione del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati, che potrà produrre un fabbisogno sul mercato stimato tra i 25.000 ed i 70.000 Privacy Officer. Anche se sul fronte del lavoro si tratta di una buona notizia, per poter approfittare delle nuove opportunità della data protection non basterà avere le sole conoscenze della normativa privacy, ma sarà necessario possedere competenze sia giuridiche che informatiche.

In vista di questo appuntamento Aica e Federprivacy hanno firmato accordo quadro nell’ottica di garantire il possesso delle conoscenze e competenze opportune per l’attività di Privacy Officer.

Il progetto congiunto delle due associazioni, prevede la promozione di sistemi per l’acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze necessarie per le attività di sicurezza e privacy in ambito Ict, con riconoscimento da parte di Federprivacy di crediti formativi ai sensi della Legge 4/2013 per i professionisti membri, ed una serie di attività atte a realizzare e diffondere la cultura della privacy nel contesto nazionale. A livello professionale, si concentrerà invece sullo sviluppo di azioni adeguate per favorire l’acquisizione delle competenze richieste sia dalle leggi nazionali ed europee, che dallo stesso mercato delle professioni.

Ma se è vero che sarà il nuovo regolamento europeo ad obbligare pubbliche amministrazioni ed imprese a dotarsi di un Privacy Officer, il quadro che traccia il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi è a più ampio spettro. “Dato che la maggioranza dei flussi di dati circola ormai attraverso pc, social network e siti web, tablet, smartphone, ed altri devices mobili, è fondamentale che gli addetti ai lavori abbiano dimestichezza con gli strumenti informatici comuni dell’era digitale – spiega Bernardi – Per questo, la sinergia con Aica sarà un importante veicolo di scambio ed arricchimento scientifico trai membri delle due associazioni. Per quanto ci riguarda, non possiamo concepire un Privacy Officer burocrate con competenze esclusivamente giuridiche, ma sono fondamentali anche gli skills informatici. Non vogliamo far passare il messaggio che si tratti solo di una figura imposta per legge, ma deve piuttosto essere un professionista dinamico e competente, che sia riconosciuto come un indiscutibile valore aggiunto dall’azienda che lo ingaggia”.

Anche Giulio Occhini, direttore di Aica, sottolinea l’importanza della partnership tra le due associazioni. “L’obiettivo di Aica è indicare e valorizzare le conoscenze e le competenze informatiche da cui anche il Privacy Officer non può esimersi, soprattutto nell’attuale contesto dove le tecnologie assumono una importanza sempre più rilevante sia nella conservazione di dati e informazioni (big data) sia nella sempre più vasta possibilità di distribuzione ed accesso alle informazioni stesse sulle reti e sui devices mobili. Anche se il nostro Paese è in posizione arretrata nei termini di digitalizzazione in Europa la gran parte dei dati che circolano in un’organizzazione derivano comunque da fonti digitali e va quindi trattata secondo le procedure e le modalità tipiche della disciplina informatica. Il professionista della privacy non sfugge a questa esigenza, anzi, in considerazione della sensibilità dei dati, la sua competenza deve estendersi necessariamente ai rischi (e alle opportunità) del trattamento digitale in un mondo sempre più interconnesso e dove il paradigma “cloud” si va rapidamente proponendo per la sua efficacia e praticità.”

Il Privacy Officer, figura nata negli Usa e già diffusa in 15 nazioni dell’Unione Europea, ha il compito di presidiare le modalità di trattamento, conservazione e gestione dei dati personali e delle informazioni evitando all’azienda multe e risarcimenti per trattamento illegale di dati personali o effettuati senza la necessaria diligenza.

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