LA CRISI

Almaviva, trattative in stallo sui call center di Palermo

L’azienda avrebbe chiesto il riutilizzo dei contratti di solidarietà pari al 50% e la chiusura di una delle sedi. L’affondo dei sindacati: “Proposta inaccettabile che non garantisce un futuro ai lavoratori”. Aggiornamento a fine marzo

Pubblicato il 25 Mar 2015

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Non c’è pace per i lavoratori del call center Almaviva Contact. Nei giorni scorsi durante il vertice a Roma tra le parti sociali per discutere dei 3 mila esuberi (su un totale di 10mila addetti) dichiarati dall’azienda per la ridotta gestione delle commesse, l’accordo si è di nuovo fermato. “L’azienda ha chiesto una serie di interventi che non possiamo accettare – spiegasegretario della Uilcom Sicilia Giuseppe Tumminia – La trattativa non è maturata. Per andare avanti è necessario che ai lavoratori sia garantito un futuro”.

Almaviva avrebbe chiesto il riutilizzo dei contratti di solidarietà pari al 50 percento. “Una misura eccessiva – precisa Tumminia – e non in linea con il fatturato dell’azienda”. Ma non solo. “I vertici sollecitano un incremento della flessibilità sull’organizzazione del lavoro, senza però considerare che i lavoratori sono già molto flessibili e con un salario basso”.

Inoltre, l’azienda intenderebbe introdurre strumenti utili al monitoraggio della produttività e della qualità su base individuale. “Su questo punto – precisa Tumminia – andrebbero introdotte le giuste garanzie nel rispetto delle leggi vigenti ma soprattutto la formazione dei dipendenti con una integrazione economica”. Durante il vertice è stato affrontato anche il problema dei lavoratori di Palermo. “Almaviva ha proposto la chiusura di una delle due sedi senza, però, dare prospettive ai dipendenti. E’ questo – conclude il leader della Uilcom Sicilia – il punto più critico e per noi inaccettabile. Con queste premesse non ci sono le condizioni per andare avanti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda la Slc Cgil. “Situazione di stallo, con qualche timida apertura – dice Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil di Palermo – Ora apriremo il confronto con i lavoratori nelle assemblee, per vedere se tra le ipotesi messe in campo esiste qualche soluzione praticabile. E ci si rivede a fine mese”, dichiara, al termine del secondo incontro in Confindustria a Roma con Almaviva, finalizzato a un accordo con i sindacati, davanti a 3 mila esuberi paventati, sui 10 mila lavoratori del call center, per la ridotta gestione delle commesse.

“L’azienda ci ha chiesto di aumentare la percentuale di solidarietà al 50 per cento e di accorpare tutti i dipendenti in una delle due sedi di Almaviva a Palermo e di utilizzare l’altra per i Lap. Noi non ci staremo, sono esuberi dichiarati. Al termine dei contratti di solidarietà, il sito non potrebbe più contenere tutti e il personale sarebbe in eccedenza – aggiunge Vella – Per quanto riguarda il recupero di una maggiore qualità e quantità produttiva, abbiamo detto che per noi va bene solo se è finalizzata a una formazione più precisa del personale e al miglioramento dei servizi. Ma se deve trasformarsi in vessazioni, con strumenti invasivi di controllo dei lavoratori, e l’avvelenamento per reazione del clima di lavoro, non siamo d’accordo”.

“Oggi rispetto a ieri – aggiunge Vella – abbiamo ottenuto qualche avanzamento, come la riduzione di 5 punti dei contratti di solidarietà, al 45 per cento invece che al 50. Ma sono sempre percentuali alte. La gran parte dei lavoratori è in part-time e perderebbe il contributo Renzi perché andrebbe sotto la soglia di 8 mila euro. Per noi è intollerabile”. Il sindacato ha respinto altre richieste “penalizzanti e in violazione del contratto” come l’azzeramento delle maggiorazioni per lavoro notturno. “Sulla sede palermitana – conclude Vella – Almaviva prenderà qualche altro mese di tempo. In alternativa, c’è la possibilità di individuare un terzo sito per tutti i lavoratori, con un intervento da chiedere alle istituzioni locali”.

Dopo due giorni di incontro presso l’unione industriale di Roma, apertura da parte dei vertici aziendali di Almaviva a trovare un intesa per scongiurare i licenziamenti a livello nazionale su tutte le sedi. Per la sostenibilità aziendale bisognerebbe siglare un accordo intervenendo con una maggiore flessibilità sull’ammortizzatore sociale (contratti di solidarietà già utilizzati) e del lavoro, sulla qualità e sulla produttività. Le Rsu Fistel Cisl Palermo dichiarano che dopo le perplessità e le pressioni ricevute dalle organizzazione sindacali l’azienda ha mostrato un’apertura e una modifica sui punti inizialmente richiesti. Verranno informati i lavoratori e il tavolo che si riunirà lunedì 30 per l’avanzamento dei lavori.

“L’azienda si è dimostrata disponibile a modificare alcuni punti delle richieste presentate ai sindacati, per noi invasive, cosi il contratto di solidarietà resta verticale (cioé l’astensione da lavoro per circa il 30percento delle giornate lavorative mensili), rispetto alla riduzione oraria a 4 ore giornaliere prima proposta da Almaviva, e altri nodi per noi fondamentali come l’abbassamento della stessa soglia di solidarietà. E’ un buon punto di inizio per giungere all’obiettivo finale : mantenere tutti i posti di lavoro e scongiurare i 1500 licenziamenti – sottolineano Salvo Seggio e Giovanni Gorgone Rsu Fistel Cisl Palermo Trapani – Dopo le assemblee con i lavoratori torneremo a fine mese a discutere con l’azienda, ma la posizione di Almaviva appare già più a favore delle nostre istanze. Sugli strumenti di controllo, ha assicurato un utilizzo mirato solo all’aumento della produttività e non finalizzato a provvedimenti disciplinari, sulla chiusura di una delle due sedi ha garantito l’obiettivo finale che è quello di evitare licenziamenti e ridurre soltanto i costi per i locali. Tutte le parti infatti si sono dichiarate disponibili a trovare soluzioni su altri dettagli come ad esempio i percorsi di mobilità volontaria incentivata, orari spezzati su base volontaria”.

La trattativa avviata dopo l’acquisizione della commessa Wind da parte di Almaviva dovrebbe concludersi quindi a fine mese.

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