Il ruolo del Governo per il potenziamento della banda ultralarga è nel campo della progettazione, dove l’esecutivo assume “il punto di vista del cittadino e dell’interesse nazionale come punti di partenza”, senza che sia possibile intervenire sulla libertà di scelta degli operatori, tra i quali l’auspicio è comunque che riescano a trovare e mettere in pratica il massimo delle sinergie. E’ questo il senso dell’intervento di Antonello GIacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, durante l’audizione di questa mattina in commissione Trasporti della Camera, nell’ambito di una indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici.
Quanto al decreto attuativo per le agevolazioni fiscali a sostegno dello sviluppo della banda ultralarga, che deve essere realizzato di concerto tra il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Economia, “confido e spero che arrivi nei prossimi giorni”, ha sottolineato GIacomelli. “L’orizzone delle prerogative del governo si ferma qui – ha affermato il sottosegretario – Cosa accade nel mondo degli operatori, se ci sono joint venture, accordi, fusioni, ciò appartiene a un’area in cui il Governo non ha prerogative di intervenire. L’auspicio che facciamo è che vi sia il maggior grado di condivisione di un punto, che al centro c’è l’interesse nazionale, avere in tempi rapidi una infrastruttura moderna”.
“Vedo che in genere tra gli operatori si trovano forme di sinergie. Immagino e capisco – ha sottolineato – che il piano del governo abbia messo in moto un meccanismo in cui ciascun soggetto cerca di calibrare il proprio business dentro questo orizzonte. Ma non c’è, né potrebbe esserci una norma su questo e non può esserci un’azione del governo in questo senso”. “Attueremo il piano esattamente utilizzando le 94mila sottoaree in cui abbiamo diviso l’Italia – ha detto Giacomelli – proponendo delle gare e intervenendo con i modelli di decontribuzione, incentivi e defiscalizzazione accettati dall’Europa. Possiamo inoltre favorire una semplificazione normativa”.