La focalizzazione sulle infrastrutture tende troppo spesso a farci dimenticare l’aspetto multidimensionale della sfida digitale che il nostro Paese deve affrontare. Da questo punto di vista, un utile strumento messo a disposizione della Dg Cnect è il Digital Economy and Society Index, che sintetizza il posizionamento competitivo dei 28 Stati membri, sulla base di 5 aree tematiche. La posizione più critica rimane quella sulla connettività (27°), dove a fronte di una situazione in media europea per la copertura broadband fissa, la diffusione della banda larga mobile e il prezzo dei servizi, rimane l’ultima posizione sulla copertura ultrabroadband fissa. Questa situazione deficitaria è però strettamente correlata al ritardo nell’utilizzo di Internet (27°) e in particolare riguardo i servizi transattivi e all’utilizzo dei servizi tv, mentre sull’utilizzo di musica, videogiochi e dei servizi di comunicazione in generale la situazione è assolutamente allineata alla media europea.
La posizione migliora solo leggermente passando all’analisi delle competenze digitali (25°), ma metà della popolazione non possiede le competenze digitali di base e l’incidenza degli specialisti nell’Ict è ancora sotto la media. L’utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle imprese ci vede al ventiduesimo posto, ma anche in questo caso il punto più critico è quello delle vendite online. Infine, sull’utilizzo del digitale nell’ambito della Pubblica Amministrazione, si conferma una situazione dicotomica, con da un lato un posizionamento relativamente positivo sull’offerta dei servizi (e la nona posizione sugli Open Data), ma una situazione ancora largamente deficitaria sull’utilizzo dei servizi da parte dei cittadini, frutto del cronico ritardo nell’utilizzo dei servizi in rete, ma anche di un livello di fruibilità non sempre adeguato.