E-HEALTH

Internet of Things, rischio privacy nella Sanità

Ricerca Intel Security-Atlantic Council: i dispositivi connessi permettono risparmi per 63 miliardi di dollari in 15 anni, “ma attenzione alla sicurezza dati!

Pubblicato il 31 Mar 2015

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“Quando un dispositivo di rete è collegato a una persona, la possibilità di comunicare le informazioni permette un grande miglioramento dell’assistenza sanitaria, ma le conseguenze di compromissioni alla privacy o alla rete sono altrettanto rilevanti”. Parole di Pat Calhoun, senior vicepresidente e general manager, network security di Intel security, che rimandano allo studio “The healthcare Internet of Things: rewards and risks”, realizzato da Atlantic council e dalla stessa Intel security.

Il report approfondisce sia le problematiche della sicurezza sia le opportunità sociali per i dispositivi medicali collegati in rete, inclusi quelli indossabili, quelli che vanno ingeriti temporaneamente oppure quelli innestati nel corpo umano per cure mediche, medicazioni e per la salute e il benessere generale. Da tempo, infatti, si ritiene che questi ambiti rappresentino una linea di sviluppo rilevante per le tecnologie digitali; già nel corso di quest’anno, secondo molti analisti, crescerà l’uso dei dispositivi wearable, in particolar modo da polso (smartwatch e wristband), anche se la sottile linea tra l’uno e l’altro sta diventando sempre meno evidente, con la tendenza a raccogliere varie funzioni in un unico oggetto. Lo studio, in particolare, stima che queste tecnologie possono far risparmiare alla sanità 63 miliardi di dollari nell’arco di 15 anni, con una riduzione dal 15% al 30% dei costi per le apparecchiature ospedaliere.

Ma attenzione alla sicurezza. Secondo Calhoun “l’ecosistema sanitario deve garantire che la sicurezza sia integrata, dal dispositivo, alla rete, al data center per offrire una migliore qualità della vita”. Già, perché i vantaggi derivati dall’applicazione delle nuove tecnologie devono, inevitabilmente, fare i conti con una serie di criticità. Che il report riassume in furto delle informazioni personali, manomissione intenzionale e dolosa dei dispositivi, deterioramento e guasti accidentali, fornendo al contempo una serie di raccomandazioni agli addetti ai lavori. Con quale obiettivo? Massimizzare il valore per i pazienti e ridurre al minimo i rischi per la sicurezza derivanti dal software, dal firmware e dalla tecnologia di comunicazione presenti sulle reti e in tali dispositivi. Nello specifico, l’industria e i governi dovrebbero attuare un insieme globale di standard condivisi di sicurezza o di best practice per i dispositivi medicali connessi in rete, mentre la sicurezza deve essere integrata nei dispositivi e nelle reti fin dal principio e non ripensata in un secondo momento. E ancora, ci deve essere l’opportunità per il pubblico, in primis per i pazienti e le loro famiglie, di accedere a informazioni indipendenti. Il traguardo da raggiungere è un giusto equilibrio tra efficacia, usabilità e sicurezza nell’implementazione e nell’utilizzo di un dispositivo.

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