LA CRISI

Call center, De Vincenti: “Presto multe contro le delocalizzazioni selvagge”

L’annuncio del viceministro allo Svilupp economico: “Giù inviate le lettere di messa in mora”. Nel mirino le aziende che non rispettano le norme sul trattamento dei dati personali

Pubblicato il 31 Mar 2015

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Partiranno nei prossimi giorni “le sanzioni con effetto deterrente sulla delocalizzazione selvaggia dei call center”. A dirlo è il viceministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, durante la presentazione del documento conclusivo dell’ indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro nei call center svolta dalla Commissione Lavoro della Camera. “Il Mise – ha continuato De Vincenti – ha già attivato il monitoraggio sull’applicazione dell’ articolo 24 bis (del dl 22 giugno 2012, n. 83) e inviato le lettere di messa in mora”.

Le sanzioni erano state decise lo scorso gennaio quando controlli del Mise avevano fatto emergere troppe violazioni relative al trattamento dei dati personali. Le multe pecuniarie saranno comminate nei confronti dei committenti, responsabili del mancato rispetto dell’ art.24 bis del decreto n. 83 del 2012.

L’indagine conoscitiva della Camera ha rilevato che le agevolazioni per le assunzioni di disoccupati e cassintegrati da almeno 24 mesi, previste dalla legge 407 del 1990, ha creato “gravi distorsioni” nel settore dei call center, in quanto molte aziende si sono costituite ex novo solo con l’obiettivo di lucrare in “modo opportunistico” sullo scontro contributivo, riuscendo ad aggiudicarsi commesse grazie a offerte fuori mercato. Nei call center, che impiegano circa 80mila lavoratori, il costo del personale raggiunge quote molto alte del fatturato, tra il 70% e l’85% degli oneri totali. Il tema, secondo l’indagine, è quella di un “loro complessivo ripensamento”. Secondo la commissione Lavoro, l’ ipotesi di un totale superamento “potrebbe scongiurare fenomeni distorsivi del mercato e ristabilire una parità di trattamento tra le aziende”.

In alternativa, suggerisce la commissione Lavoro della Camera, “si potrebbe immaginare una riduzione dei benefici e la loro diluizione in un periodo più lungo al fine di ridurre la convenienza, dal punto di vista economico, di comportamenti opportunistici”. La strada indicata dalla commissione è quella di una effettiva e duratura riduzione del carico fiscale e contributivo, tarando gli incentivi “al mantenimento dell’ occupazione”, evitando che ne beneficino le imprese che delocalizzano in Paesi non appartenenti all’Unione europea. L’altra questione è quella di incoraggiare l’uso dell’ offerta economicamente più vantaggiosa come criterio di scelta nelle gare d’appalto.

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