Più efficienza e innovazione nella pubblica amministrazione. E’ la richiesta che arriva dalla Fondazione Italiadecide che ha annunciato per il 2016 anche un premio per l’organizzazione pubblica che si distinguerà sul versante della semplificazione. Digitalizzare i processi e standardizzare i moduli per istanze, dichiarazioni e segnalazioni, quindi semplificare il dialogo tra la Pa e i cittadini. E’ questa una delle otto proposte contenute nel rapporto 2015 “Amministrazioni semplici, imprese competitive”, che la fondazione presieduta da Luciano Violante ha presentato oggi.
“L’innovazione maggiore è costituita non tanto dall’Agenda per la semplificazione come tale, – si legge nel documento – quanto all’obbligo di standardizzare dei moduli di presentazione di istanze, dichiarazioni e segnalazioni da parte di cittadini e imprese, su tutte le materie di competenza statale, e per le amministrazioni regionali e locali limitatamente all’edilizia e all’avvio di attività produttive”. Anche e soprattutto nel settore dell’edilizia, la fondazione chiede l’adozione “di uno schema di regolamento edilizio-tipo al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti” al fine di superare norme territoriali e comunali che rendono sempre più complicato l’interpretazione degli adempimenti da parte degli utenti.
Necessario anche uniformare i procedimenti seguiti dalle singole amministrazioni, in particolare per l’accesso ai dati. In effetti, i lavori del Rapporto confermano che le amministrazioni “non comunicano fra loro”, costringendo imprese e cittadini a ripetere istanze e segnalazioni. L’obbligo imposto a ciascuna di esse di mettere a disposizione gli accessi alle proprie basi di dati alle altre amministrazioni appare dunque una misura indispensabile, a condizione che si predeterminino le condizioni dell’accesso per evitare che la stessa richiesta del privato debba essere oggetto di plurimi esami preventivi.
Tra le altre proposte, la certezza delle competenze (“sul chi fa che cosa tra Stato e Regioni”), la stabilizzazione della legislazione (legiferare meno e legiferare meglio), la diffusione delle buone pratiche e preparazione di linee-guida, la ricostruzione dell’interlocutore pubblico, la sperimentazione del dibattito pubblico, il buon funzionamento della Conferenza di servizi e la limitazione del ripensamento.